Tfr in azienda o nel fondo pensione: come scegliere?
Previdenza

Tfr in azienda o nel fondo pensione: come scegliere?

I lavoratori neoassunti nel settore privato hanno sei mesi di tempo per decidere se lasciare il proprio Tfr in azienda oppure se versarlo in un fondo pensione. Leggi l’approfondimento per saperne di più.

I lavoratori neoassunti nel settore privato hanno sei mesi di tempo per decidere se lasciare il proprio Tfr in azienda oppure se versarlo in un fondo pensione.

Il Tfr, acronimo di Trattamento di fine rapporto, è la parte di stipendio che il lavoratore non riceve subito nella busta paga mensile e corrisponde, per ogni anno di servizio, al 6,91% della retribuzione annua e alle relative rivalutazioni.

Il lavoratore appena assunto ha davanti a sé due opzioni:

1.    lasciare il Tfr in azienda (al Fondo Tesoreria Inps per aziende con almeno 50 dipendenti)

2.    versare il Tfr in un fondo pensione, aderendo così alla previdenza complementare

Il lavoratore fa la sua scelta esplicita sulla destinazione del proprio Tfr compilando il modulo Tfr2 predisposto dal Ministero del lavoro delle politiche sociali.

È possibile iscriversi a qualsiasi tipo di fondo, ma se si sceglie il proprio fondo pensione di categoria (legato al proprio Contratto collettivo nazionale di lavoro – CCNL) o un fondo aperto con adesione collettiva è possibile ricevere un ulteriore contributo dal proprio datore di lavoro.

La scelta di lasciare il Tfr in azienda può essere modificata in qualsiasi momento optando per la previdenza complementare; la decisione di destinare la liquidazione futura alla previdenza complementare è invece irreversibile.

Il versamento del Tfr al fondo pensione non può essere interrotto durante il rapporto di lavoro, ma si può sospendere solo in caso di: perdita di lavoro, uscita dal fondo per trasferimento ad altro fondo, richiesta della pensione complementare, riscatto totale.

Iscrizione tacita alla previdenza complementare

Se il lavoratore entro sei mesi non ha fatto nessuna scelta, in base al meccanismo del silenzio – assenso, viene iscritto tacitamente alla previdenza complementare e il suo Tfr maturando viene versato:

  1. nel fondo previsto dai contratti o accordi collettivi nazionali, aziendale o territoriali
  2. se ci sono più fondi pensione collettivi di riferimento, nel fondo individuato da un accordo aziendale tra datore di lavoro e rappresentanti dei lavoratori. Se manca l’accordo, nel fondo pensione collettivo con il maggior numero di adesioni registrato in quell’azienda
  3. se non c’è un fondo pensione collettivo di riferimento, nel fondo pensione Cometa

Il silenzio-assenso è in vigore per il settore privato dal 2007, mentre solo di recente è stato introdotto per il settore pubblico. Per approfondire il funzionamento della previdenza complementare per il settore pubblico si possono consultare i siti internet del fondo Perseo Sirio, il fondo pensione dei lavoratori della Pubblica amministrazione e della sanità e del fondo Espero, il fondo pensione della scuola.

Tfr: quando viene pagato?

Il Tfr lasciato in azienda viene pagato al lavoratore alla fine della cessazione del rapporto di lavoro. Il Tfr versato alla previdenza complementare viene invece accantonato in una sorta di conto individuale presso il fondo pensione e pagato al lavoratore al momento della richiesta della pensione complementare.

Tfr: rendimento e tassazione

Il rendimento del Tfr trattenuto in azienda è pari al 75% dell’inflazione + l’1,5% fisso. La tassazione applicata al momento in cui viene pagato dipende dal reddito del lavoratore ed è pari ad un minimo del 23%.

Il rendimento del Tfr versato al fondo pensione dipende dalla gestione finanziaria adottata dal comparto del fondo pensione scelto dall’iscritto. L’aliquota applicata alla pensione integrativa è del 15%, che dal 16esimo anno di iscrizione alla previdenza complementare scende di 0,3% fino ad arrivare all’aliquota minima del 9%.

Rendimenti negativi, che fare?

Nel caso di rendimenti negativi registrati dai mercati, come accaduto nel 2022, è stato logico interrogarsi se convenisse ancora mantenere il Tfr nel fondo piuttosto che in azienda.

Il Tfr in azienda nel 2022 si era rivalutato molto a causa dell’alto livello di inflazione, mentre i rendimenti dei fondi pensione erano stati negativi.

Per valutare la convenienza della scelta, però, bisogna tener presente che i rendimenti vanno valutati nel lungo periodo e non di anno in anno. Inoltre, bisogna valutare altri aspetti tra cui:

  • la finalità del fondo pensione, che in quanto strumento di risparmio consente di costruirsi una pensione integrativa a quella pubblica
  • la possibilità, per i fondi pensione negoziali, di ricevere un contributo aggiuntivo dal proprio datore di lavoro
  • la possibilità di dedurre i contributi versati dall’iscritto (ma non il Tfr) e, se previsti, quelli del datore di lavoro, fino a €5.164,57 annui oppure fino a 7.746,86 euro annui per gliiscritti alla previdenza complementare assunti dopo il 1° gennaio 2007, che a quella data non avevano una posizione contributiva aperta presso un qualsiasi ente di previdenza obbligatoria
  • il vantaggio fiscale, dato da una diversa tassazione applicata al Tfr nel fondo pensione rispetto al Tfr lasciato in azienda

Tfr: si può anticipare?

Sia nel caso si decida di mantenere il Tfr in azienda sia questo venga destinato alla previdenza complementare, è possibile chiedere un’anticipazione. In caso di Tfr in azienda, si può chiedere l’anticipo dopo 8 anni, una sola volta e fino al 70% in caso di: spese sanitarie, acquisto della prima casa per sé o per i figli, formazione del lavoratore, spese per congedi parentali.

In caso di Tfr nel fondo pensione si può chiedere un’anticipazione, anche più volte nel corso degli anni:

  •  dopo 8 anni, fino al 75% per acquisto o ristrutturazione prima casa (per sé o per i figli) oppure fino al 30% per qualsiasi esigenza
  • in ogni momento, fino al 75% per spese sanitarie
TFRIn aziendaNel fondo pensione
Quando si riceveAl termine del rapporto di lavoroAl momento della pensione o in caso di riscatto (dimissioni o licenziamento)
Rendimento75% dell’inflazione +1,5% fissoIn basa alla gestione finanziaria intrapresa dal fondo
AnticipazioniDopo 8 anni. Una sola volta fino al 70% in caso di: – spese sanitarie – acquisto della prima casa per sé o per i figli – spese per congedi parentaliPiù volte nel corso degli anni: Dopo 8 anni: –     fino al 75% per acquisto o ristrutturazione prima casa per sé o per i figli – fino al 30% per qualsiasi esigenza In ogni momento: fino al 75% per spese sanitarie
Tassazione AnticipazioniMinima del 23%Minima dal 15% al 9% (spese sanitarie); massima del 23% (causali diverse dalle spese sanitarie)

Tfr pregresso

Il versamento del Tfr pregresso ad un fondo pensione è possibile solo se il lavoratore e il datore di lavoro sono d’accordo e solo se il Tfr è rimasto presso l’azienda. Nel caso di aziende con più di 50 lavoratori non è possibile versare il Tfr pregresso perché il Tfr non rimane fisicamente nell’azienda, ma viene versato nel Fondo di Tesoreria presso l’Inps.

Il Gruppo AXA Italia non risponde dei contenuti degli articoli pubblicati

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Scritto da:Mefop

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