La previdenza nel nostro Paese poggia su un sistema obbligatorio, affidato all’Inps e dalle Casse di previdenza per i liberi professionisti, e un sistema facoltativo, privato, affidato agli strumenti di previdenza complementare.
La previdenza di base
La previdenza obbligatoria si basa sul meccanismo della ripartizione, in base al quale i contributi dei lavoratori di oggi sono utilizzati per pagare le prestazioni previdenziali degli attuali pensionati. Secondo questo meccanismo, le pensioni di oggi vengono pagate dai lavoratori attivi, mentre quelle future saranno pagate con i contributi dei lavoratori di domani.
La denatalità, l’invecchiamento della popolazione e un mercato del lavoro instabile hanno intaccato la stabilità di questo patto generazionale, che lega lavoratori e pensionati, e incrinato l’equilibrio del sistema, che da solo non è più in grado di soddisfare i bisogni di welfare dei cittadini.
Negli ultimi decenni, per cercare di riportare in equilibrio il sistema di welfare obbligatorio, sono state attuate una serie di riforme pensionistiche, che hanno via via ridotto l’entità della pensione e spostato più in là l’età per l’accesso al pensionamento.
Le pensioni del futuro non permetteranno più alle persone di mantenere uno stile di vita simile a quello che avevano nella fase lavorativa. Per sopperire ai deficit del sistema obbligatorio, è ormai sempre più impostante valutare il ricorso alle forme pensionistiche complementari.
La previdenza complementare
I fondi pensione, la cui adesione è sempre libera e volontaria, permettono di costruirsi una pensione integrativa, che affiancherà quella obbligatoria e permetterà di innalzare di alcuni punti percentuali il valore del proprio tasso di sostituzione atteso (ossia la percentuale che stima il valore della pensione futura).
Il sistema di previdenza complementare, a differenza di quello di base, si poggia sul meccanismo della capitalizzazione individuale, secondo il quale i contributi versati dall’iscritto al fondo pensione appartengono al singolo aderente e alimentano la sua posizione presso il fondo. I contributi versati al fondo pensione non sono semplicemente conservati, ma vengono investiti nei mercati finanziari con l’intento di produrre rendimenti (che, va ricordato, in base all’andamento economico possono essere positivi ma anche negativi) ed incrementare il valore della posizione individuale dell’iscritto.
Grazie al fondo pensione, quindi, è possibile accumulare nel tempo delle risorse economiche che, raggiunti i requisiti, costituiranno la propria pensione complementare e permetteranno di avere al momento del pensionamento uno stile di vita simile a quello che si aveva in età lavorativa.
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