Verso un futuro sostenibile: certificazioni e rating ESG
Sostenibilità

Verso un futuro sostenibile: certificazioni e rating ESG

Con la parola “sostenibilità” si è soliti pensare alla capacità di un’impresa di sviluppare un modello di business che permetta il suo sostentamento nel tempo. Sarà la capacità di adottare comportamenti aziendali responsabili e sostenibili a determinare il futuro delle imprese di oggi.

Con la parola “sostenibilità” si è soliti pensare alla capacità di un’impresa di sviluppare un modello di business che permetta il suo sostentamento nel tempo. Nel 1992, durante la prima Conferenza ONU sull’ambiente, questo termine viene per la prima volta utilizzato con una nuova connotazione, come la “condizione di un modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. 

Si può infatti sostenere che a determinare il futuro delle imprese di oggi non sarà solo la capacità di rispondere alle sfide della concorrenza globale e alle pressioni del contesto macroeconomico, ma anche di adottare comportamenti aziendali responsabili e sostenibili. Emergono quindi interrogativi finora marginali ma sempre più presenti tra i parametri dei consumatori: come possiamo valutare il vero impegno di un’azienda verso la sostenibilità? Come possiamo distinguere le azioni concrete dalle mere dichiarazioni senza fondamento? E soprattutto, quali mezzi possiamo utilizzare per effettuare scelte consapevoli, sia come consumatori che come investitori? 

I pilastri ESG

Benvenuti nel mondo delle certificazioni e dei rating ESG: il terreno fertile dove l’ambiente, la società e la governance si fondono per plasmare il futuro delle imprese e degli investimenti. Ma cosa significa davvero ESG? Dietro l’acronimo si celano tre pilastri fondamentali che delineano il futuro delle imprese: Environmental, Social, Governance. L’integrazione del concetto di sostenibilità in ogni attività del business delle aziende e la corretta gestione delle tematiche ambientali, sociali e di governance trova riscontro nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile che include 17 obiettivi di sostenibilità, gli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” (Sustainable Development Goals – SDGs), formulati nel 2015 dalle Nazioni Unite (ONU) e che devono essere raggiunti entro il 2030. 

Il primo pilastro, Environmental, è quello chiamato a mettere sotto la lente d’ingrandimento l’impatto delle attività aziendali sul nostro pianeta, incentivando pratiche volte, ad esempio, a ridurre l’inquinamento e favorire l’efficienza energetica. Il pilastro Social sposta invece l’attenzione sulle persone e sulla comunità, sostenendo iniziative sociali come quelle che promuovono i diritti umani, la diversità e il coinvolgimento delle comunità locali. Infine, il pilastro Governance, non si sofferma solo sulla gestione aziendale, ma guarda ad esempio anche alla trasparenza, all’etica e all’integrità, fondamentali per accrescere la fiducia degli stakeholders.  

Comprendere e adottare i pilastri ESG è diventato imprescindibile per le aziende che mirano a un futuro sostenibile e per i consumatori che voglio effettuare scelte consapevoli.  

In particolare, nel contesto attuale caratterizzato da una maggiore consapevolezza riguardo alla salute del nostro pianeta e alle minacce crescenti come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e la scarsità delle risorse, le organizzazioni assumono un ruolo sempre più rilevante nella gestione delle sfide ambientali.  

Come valutare l’impegno “green” delle aziende

Uno strumento utile per valutare l’impegno green di un’azienda è rappresentato dalle certificazioni ambientali. Queste ultime consistono in un insieme di standard e criteri che valutano l’impatto ambientale di un’azienda, di un prodotto o di un servizio attraverso una descrizione dettagliata delle pratiche sostenibili adottate, come le strategie di gestione delle risorse, la riduzione delle emissioni e l’adozione di energie rinnovabili.  

Certificazioni ISO

Tra le certificazioni ambientali di maggior rilievo, meritano di essere menzionate le norme ISO (International Organization for Standardization), ed in particolare la norma ISO 14001. Essa rappresenta lo standard riconosciuto a livello internazionale per i Sistemi di Gestione Ambientale (SGA) e fornisce alle organizzazioni una struttura che sia in grado di progettare e implementare un SGA, in modo da migliorare costantemente le proprie prestazioni ambientali. Aderendo a questo standard, le organizzazioni possono dimostrare di adottare misure preventive per ridurre la propria impronta ambientale, di rispettare i requisiti legali pertinenti e di impegnarsi nel raggiungimento dei propri obiettivi ambientali1

Altri tipi di certificazioni

Esistono anche certificazioni rivolte a specifici settori, ad esempio quella rilasciata dalla Forest Stewardship Council (FSC), e a determinati beni, come la certificazione LEED.  

La certificazione Forest Stewardship Council rappresenta un importante riconoscimento nel settore forestale, in quanto offre una varietà di certificazioni che coprono diverse fasi della produzione dei prodotti forestali, garantendo ad esempio anche la rintracciabilità e qualità dei materiali lungo tutta la filiera, dalla foresta al negozio2. Queste certificazioni sono attribuite in base al rispetto dei rigidi principi e criteri stabiliti dal FSC, i quali sono applicabili su scala globale a tutti i tipi di foreste, incluse le piantagioni e altri tipi di vegetazione3.  

La certificazione LEED, acronimo di Leadership in Energy and Environmental Design, è un sistema di certificazione volontario sviluppato dal US Green Building Council per valutare e certificare l’ecosostenibilità degli edifici. Si basa su un framework che si focalizza su tre obiettivi principali: azione climatica, qualità della vita e conservazione ecologica4. Questa certificazione non solo si propone di favorire il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, ma anche di promuovere il risparmio idrico, l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di carbonio e inquinanti atmosferici nocivi. Inoltre, mira a promuovere l’istruzione, la creazione di posti di lavoro e a migliorare la salute e il benessere delle comunità5.  

Un’ulteriore importante certificazione è la B Corp. La certificazione B Corp rappresenta il riconoscimento rilasciato da parte di un ente non-profit con sede negli U.S.A., B Lab, alle imprese che “si impegnano a misurare e considerare le proprie performance ambientali e sociali con la stessa attenzione tradizionalmente riservata ai risultati economici e che credono nel business come forza positiva che si impegna per produrre valore per la biosfera e la società6. Per ottenere e mantenere la certificazione, le aziende devono raggiungere un punteggio minimo su un questionario di analisi delle proprie performance ambientali e sociali e integrare nei documenti statutari il proprio impegno verso gli stakeholder. Le aziende che possiedono la certificazione B Corp possono godere di notevoli vantaggi, tra cui la fiducia dei consumatori, l’attrazione dei talenti e l’interesse degli investitori sensibili alle tematiche sociali e ambientali. La certificazione richiede un impegno continuo, con verifiche triennali per garantire il rispetto degli standard e l’adozione di pratiche di miglioramento continuo.  

Le società Benefit

In Italia, per mantenere la certificazione B Corp, è necessario che le imprese diventino Società Benefit. Le Società Benefit (SB) rappresentano un’evoluzione significativa del concetto tradizionale di azienda in quanto abbracciano un paradigma più ampio e avanzato che include negli scopi aziendali non solo la generazione di profitto, ma anche l’obiettivo di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Essenzialmente, una Società Benefit è una forma giuridica societaria legalmente riconosciuta dal diritto italiano, che stabilisce una base solida per allineare la missione aziendale a lungo termine con la creazione di valore condiviso. È importante sottolineare che le Società Benefit non sono equivalenti alle imprese sociali, né costituiscono un’evoluzione del settore non-profit. Piuttosto, rappresentano una trasformazione positiva dei modelli di impresa tradizionali a scopo di lucro, rendendoli adeguati alle sfide e alle opportunità dei mercati del XXI secolo7.   

Il rating ESG

La crescente importanza delle tematiche di sostenibilità non è riflessa soltanto dagli strumenti con cui le aziende possono dimostrare di impegnarsi a migliorare la performance ambientale delle loro operazioni, ma anche dalle dinamiche del mercato, che mostrano un’evoluzione delle preferenze dei consumatori verso prodotti e strumenti finanziari orientati alla sostenibilità8. Infatti, sempre più spesso, le decisioni di investimento si basano, oltre che su parametri finanziari, anche su fattori “extra-finanziari”.  

In tale contesto, entra in campo anche un altro attore chiave: il Rating ESG (o Rating di sostenibilità). Esso è un giudizio sintetico che descrive gli aspetti legati alle performance ambientali, sociali, e di governance di un’azienda, un emittente, un fondo o un paese, permettendo di confrontare le prestazioni e di identificare i top performer nelle varie dimensioni ESG analizzate.   

I Rating ESG sono assegnati dalle Agenzie di Rating che sviluppano metodologie ad hoc basate su specifici criteri e indicatori di valutazione. Tali metodologie prevedono solitamente un’iniziale fase di raccolta delle informazioni utili per la costruzione del Rating ESG, sia attraverso l’analisi di fonti pubbliche, quali report di sostenibilità delle aziende, che l’utilizzo di questionari o incontri diretti con il management per raccogliere informazioni dettagliate su strategie e attività aziendali. Successivamente, l’applicazione di modelli di scoring specifici permette di assegnare un giudizio complessivo che tiene in considerazione la performance di sostenibilità dell’azienda o addirittura una valutazione specifica rispetto ai temi ambientali, sociali e di governance. 

Nonostante i criteri utilizzati dalle Agenzie di Rating possano differire tra loro, generalmente essi si basano su una serie di indicatori comuni riguardanti l’impatto ambientale, come le emissioni di CO2 ed il consumo idrico, oltre a parametri relativi al comportamento sociale, come il rispetto dei diritti dei lavoratori e la diversità di genere, e alla governance, come le politiche anticorruzione e la trasparenza finanziaria. Le Agenzie di Rating stanno emergendo come attori sempre più cruciali nel panorama globale, fornendo orientamenti essenziali agli investitori e alle aziende verso pratiche sostenibili e responsabili.  

In conclusione, se davvero la battaglia che l’uomo deve vincere per garantire la propria esistenza è all’insegna della sostenibilità, allora le certificazioni e rating ESG possono essere considerate mezzi efficaci. Conoscerli e decidere in base a quanto suggeriscono è il primo passo per un percorso verso un futuro più equo e sostenibile

Articolo redatto con il contributo tecnico di PricewaterhouseCoopers Business Services S.r.l.

Il Gruppo AXA Italia non risponde dei contenuti degli articoli pubblicati

Fonti

[1] https://www.iso.org/standard/60857.html

[2] https://it.fsc.org/it-it/certificazioni/informazioni-generali/tipi-di-certificazione

[3] https://it.fsc.org/sites/default/files/2022-03/FSC-STD-01-001%20V5-2%20EN.pdf

[4] https://www.usgbc.org/leed/v5

[5] https://www.usgbc.org/resources/synergies-between-leed-and-sdgs

[6] https://bcorporation.eu/country_partner/italy-it/

[7] https://www.societabenefit.net/cosa-sono-le-societa-benefit/

[8] https://www.ivass.it/media/interviste/documenti/interventi/2023/rc-aiba-29-03-2023/RC_Sostenibilita_e_Assicurazione_AIBA_29_03_2023_it.pdf

Miriam Carbone
Scritto da:Miriam Carbone

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