Un investimento finanziario si considera liquido quando è facilmente convertibile in denaro senza che si registri una perdita di valore consistente.
La liquidità è strettamente legata alla negoziabilità di un investimento, al merito creditizio del soggetto emittente, alle caratteristiche del mercato in cui lo strumento è collocato e infine, nel caso delle obbligazioni, alla durata del prodotto finanziario.
Generalmente le obbligazioni e le azioni vengono considerati strumenti liquidi vista la loro attitudine ad essere scambiati rapidamente. Anche gli OICR (fondi comuni mobiliari, Sicav e Sicaf) rientrano tra gli strumenti liquidi quando rispettano gli obblighi della Direttiva UCITS 2009/65/CE; tali OICR sono definiti OICVM (Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari).
Obbligazioni: definizione, tipologie e rischi
Le obbligazioni sono titoli di credito emessi da un soggetto al fine di ottenere delle risorse finanziare. Colui che acquista il titolo, versando denaro, assume una posizione di creditore nei confronti dell’emittente. Quest’ultimo, a sua volta, ricevendo denaro, diviene debitore nei confronti del sottoscrittore.
Il debitore, ad una certa data (scadenza dell’obbligazione), dovrà restituire le somme versate dal creditore maggiorate di un interesse (prezzo del credito).
Le obbligazioni possono essere emesse da diversi soggetti: si parla di Titoli di stato quando vengono emesse dai Governi al fine di far entrate capitali da reinvestire nel Paese; si parla di obbligazioni societarie quando sono emesse da società private per finanziare la propria attività d’impresa (es. banche).
È possibile distinguere le obbligazioni in due categorie in base alla loro complessità dal punto di vista della composizione: obbligazioni ordinarie e obbligazioni strutturate. Le obbligazioni ordinarie sono il modello più semplice, il possessore del titolo obbligazionario ordinario (creditore) ha il diritto a ricevere dal debitore la somma prestata più gli interessi. Le obbligazioni strutturate, invece, sono caratterizzate da un modello molto più articolato in cui gli interessi dipendono dall’andamento di parametri finanziari o reali. L’obbligazione strutturata è meno liquida rispetto a quella ordinaria.
Quando un operatore acquista un titolo obbligazionario, come per le altre tipologie di investimento, si assume dei rischi. In particolare, le obbligazioni sono soggette a dei rischi che dipendono dai fattori macroeconomici (es. l’inflazione) e dai fattori legati all’emittente stesso. Relativamente ai primi si può citare a titolo di esempio il rischio di tasso di interesse, cioè il rischio che il valore dell’obbligazione si modifichi a seguito delle variazioni dei tassi di interesse (Il prezzo di una obbligazione è inversamente proporzionale al tasso di interesse). Tra i secondi è presente il rischio di credito o, meglio, la possibilità che il debitore sia inadempiente nel restituire il montante (capitale maggiorato degli interessi).
Le azioni: definizione, tipologie e rischi
Il capitale sociale di una società per azioni (Spa) è suddiviso in quote di egual valore denominate azioni. I soggetti che acquistano le azioni di una Spa sono chiamati “azionisti” (detentori del titolo e dei diritti legati ad esso). La Spa emettendo azioni finanzia la propria attività attraverso il capitale proprio.
Un azionista ordinario ha dei diritti sia di carattere amministrativo che patrimoniale nei confronti della Spa, ovvero, può partecipare e votare nelle assemblee e beneficiare dei dividendi (porzione di utile distribuita dalla Spa agli azionisti). Tuttavia, sono presenti anche degli azionisti che si differenziano da quelli ordinari per via delle particolari azioni che possiedono. Si pensi, ad esempio, alle azioni di risparmio, le quali recano vantaggi economici agli azionisti ma li privano del diritto di voto in assemblea.
Anche le azioni, come i titoli debito, sono soggette al rischio sistematico (guerre, inflazione, problemi al sistema bancario…) e al rischio specifico (legato alle caratteristiche dell’emittente). Nel caso delle azioni, il rischio specifico è forte in quanto il compenso che dovrebbe ricevere l’azionista dipende, essenzialmente, dall’andamento economico della Spa che ha emesso il titolo.
È bene sottolineare che s’intendono liquide le azioni quotate, cioè le cui contrattazioni avvengono in mercati finanziari regolamentati (es. il New York Stock Exchange o la Borsa di Milano).
I fondi comuni di investimento, Sicav e Sicaf
Il fondo comune di investimento, come definito dal Testo Unico della Finanza (TUF) all’art.1, è un OICR costituito in forma di patrimonio autonomo, suddiviso in quote, istituito e gestito da un gestore. In altre parole, è un investimento finanziario coordinato da una società di gestione del risparmio (SGR) che raccoglie e investe le risorse dei risparmiatori.
All’interno della categoria degli OICR sono presenti anche le Sicav (società di investimento a capitale variabile) e le Sicaf (società di investimento a capitale fisso). Le Sicav e le Sicaf sono delle vere e proprie società, perciò, come avviene per le Spa, i sottoscrittori delle quote diventano proprietari di diritti patrimoniali e amministrativi nei confronti dell’OICR. La differenza cruciale tra le due è il capitale: nella Sicav il capitale è variabile, perciò, possono entrare nuovi azionisti e quelli già esistenti possono riscattare la propria quota. Nelle Sicaf il capitale è fisso e determinato in precedenza. Tale distinzione rende le prime molto più liquide delle seconde.
Negli OICR il rischio specifico viene calmierato dal fatto che il portafoglio è diversificato.
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Fonti
Mefop
Banca d’Italia
Consob
TUF