La partecipazione alla previdenza complementare permette di costruire, anno dopo anno, una pensione integrativa, che andrà ad affiancare quella pubblica. Il nostro Paese sta attraversando una fase demografica caratterizzata da un calo della natalità e dal graduale invecchiamento della popolazione. Questi due fenomeni congiunti stanno portando ad uno squilibrio demografico, che avrà ripercussioni negative per quanto riguarda la sostenibilità del sistema pensionistico.
Il tasso di sostituzione futuro (ossia il rapporto tra l’ammontare dell’assegno pensionistico e l’ultimo stipendio percepito dal lavoratore) è destinato a diminuire nei prossimi anni e il rischio concreto è che ci ritroveremo con una popolazione di anziani sempre più povera, con pensioni inferiori ai 1.000 euro o addirittura a 500 euro.
Aderire alla previdenza complementare si rivela quindi una mossa strategica, perché permette di integrare la pensione pubblica e di innalzare di alcuni punti percentuali il valore del proprio tasso di sostituzione atteso.
A che età aderire ad un fondo pensione?
La risposta a questa domanda è: il prima possibile. Prima si aderisce ad un fondo pensione e maggiori saranno le somme accumulate negli anni.
Tutte le cittadine e i cittadini, a prescindere dalla propria condizione lavorativa, possono aderire in qualsiasi momento ad un fondo pensione. Se si aderisce fin da piccoli, però, si accrescono i benefici di cui si può godere grazie all’anzianità contributiva. L’adesione prolungata ad una forma di previdenza complementare permette:
- di ridurre progressivamente l’aliquota con cui vengono tassate molte prestazioni. A partire dal 16esimo anno di iscrizione, infatti, le aliquote previste per le anticipazioni per spese sanitarie, per il riscatto per disoccupazione e invalidità, per le prestazioni pensionistiche e la RITA, che sono fissate al 15%, si riducono dello 0,3% ogni anno fino ad arrivare all’aliquota minima del 9%
- di poter richiedere, una volta maggiorenni, un’anticipazione sulle somme accantonate per comprare o ristrutturare una casa o per far fronte ad altre esigenze (ad esempio per pagare i propri studi universitari o un corso di formazione).
Un genitore può iscrivere la propria figlia o il proprio figlio ad un fondo pensione come fiscalmente a carico. Così facendo, il genitore può dedurre dal proprio reddito annuo i contributi versati per il familiare a carico fino ad un massimo di 5.164,57 euro.
Fino a che età è possibile iscriversi ad un fondo pensione?
L’adesione ad un fondo pensione è permessa fino ad un anno prima del raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia (attualmente il limite per i lavoratori uomini, donne, autonomi, dipendenti, privati e pubblici è fissato a 67 anni).
Eccezioni:
- chi continua a svolgere un’attività subordinata o chi attesta di avere già un altro fondo pensione non riscattato può iscriversi ad un fondo pensione a prescindere dall’età anagrafica
- il pensionato titolare di una pensione anticipata (con la pensione anticipata si accede all’assegno pensionistico qualche anno prima rispetto all’età necessaria per la pensione di vecchiaia) può aderire ad un fondo pensione purché gli manchi almeno un anno al raggiungimento dell’età per accedere alla pensione di vecchiaia.
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