Il TFR o liquidazione, creato il 1° giugno del 1982, è una parte dello stipendio (il 6,91% della retribuzione lorda) del dipendente privato che viene accantonata attraverso il datore di lavoro che verrà poi pagato al momento della cessazione del lavoro.
Calcola qui a quanto ammonta il tuo TFR.
Con il primo contratto di lavoro arriva immancabilmente anche la domanda: dove devo mettere il TFR?
E la decisione deve essere presa anche abbastanza in fretta, infatti, la legge prevede che venga presa entro sei mesi dal momento dell’assunzione.
Cerchiamo di capire insieme quali sono le scelte migliori possibili.
Le opzioni possibili
1) Lasciarlo in azienda (ogni anno circa 11 miliardi di euro vengono prendono questa strada);
2) Metterlo in un fondo pensione complementare on in un PIP (ogni anno circa 5 miliardi);
3) Metterlo in busta paga ( Qui un articolo con esempi per capire se conviene)
4) Non decidere. Meccanismo silenzio assenso, il TFR viene messo:
– Nel fondo negoziale di riferimento;
– In assenza di fondo negoziale, viene attribuito al fondo residuale inps Fondinps
( ogni anno circa 6 miliardi);
In Italia, stiamo parlando di circa 22 miliardi di euro che maturano ogni anno.
Valutiamo insieme i pro e i contro di ogni opzione.
1) TFR in azienda
Rendimenti
Partiamo dai rendimenti. Il rendimento del TFR lasciato in azienda è stabilito dall’articolo 2120 del codice civile: sommando il 75% dell’aumento del costo della vita per gli operai e gli impiegati accertato dall’ISTAT nel mese in esame rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente, e un tasso fisso pari ad ’1,5% su base annua.
Il problema è che se l’inflazione è bassa, come in questi ultimi anni, (addirittura negativa!) il rendimento del TFR può essere estremamente basso (nel 2014 si prevede sarà circa l’1,5%)[1] .
Possiamo dire quindi che i rendimenti non sono il punto forte del TFR in periodi di bassa inflazione. Infatti, la rivalutazione, basandosi sull’inflazione, ha il semplice scopo di mantenere il potere d’acquisto.
Disponibilità del denaro
Al momento della conclusione del rapporto di lavoro il TFR viene accreditato al dipendente.
Disponibilità del denaro in anticipo
Dopo almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro i lavoratori possono chiedere al datore di lavoro un’anticipazione fino al 70% del TFR maturato alla data della richiesta. La domanda deve essere giustificata da uno dei seguenti motivi:
- spese sanitarie di carattere straordinario;
- acquisto della prima casa di abitazione (per il richiedente o per i figli);
- spese da sostenere durante i congedi per maternità o per formazione.
L’anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro.
Tassazione
Sulle rendite si applica un’aliquota sostitutiva dell’11%.
Sulla parte capitale si applica la media dell’ aliquota IRPEF. L’aliquota media di tassazione della “liquidazione” tiene conto del reddito individuale e in genere varia dal 23 al 30 per cento. È determinata con riferimento agli anni di contribuzione e si applica sul reddito netto costituito dal totale accumulato durante il rapporto di lavoro.
2) TFR nel fondo pensione
Rendimenti
Tutti i fondi pensione offrono varie linee di investimento. In questo modo, in base alla propria propensione al rischio, si può decidere come investire il proprio TFR.
In generale, nel 2021, i fondi pensione hanno registrato rendimenti fino all’11% raggiungendo in media, al netto di costi di gestione e delle fiscalità, il 4,9% per i fondi negoziali, il 6,4% per i fondi aperti, l’11% per i Pip “nuovi” di ramo III l’1,3% nelle gestioni separate di ramo I. I rendimenti si sono rilevati positivi se si tiene conto che, secondo quanto dichiarato nell’ultimo report della Covip (2021), i rendimenti medi annui negli ultimi dieci anni sono i seguenti:
- il 4,1% per i fondi pensione negoziali e il 4,6% per quelli aperti
- il 5% per i Pip “nuovi” di ramo III
- il 2,2% per le gestioni di ramo I
Ulteriori vantaggi
Destinare il TFR in un fondo pensione può essere un opzione vantaggiosa per vari motivi.
Chi opta per un fondo negoziale (ad es. fonchim) o per un fondo con adesione collettiva ( ad es. se l’azienda per la quale si lavora ha aperto una convenzione) ha diritto ad un contributo aggiuntivo da parte del datore di lavoro che nella maggior parte dei casi è intorno al 1% di quanto versato.
In questo caso, al di là del rendimento, è chiaro che la posizione individuale di chi ha abbracciato la scelta della previdenza complementare ha una “voce d’entrata in più”.
Tutti i contributi aggiuntivi oltre il TFR sono completamente deducibili fino a 5164 euro.
Disponibilità del denaro
La somma accumulata sul fondo pensione diventa disponibile al raggiungimento dei requisiti pensionistici e:
– in caso di adesioni collettive, al momento della perdita dei requisiti di partecipazione al fondo di riferimento (ad es. se si cambia lavoro);
– in caso di adesioni individuali si può chiedere il riscatto totale della posizione a seguito di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi e il riscatto parziale del 50% per un periodo di tempo superiore a 12 mesi;
Disponibilità del denaro in anticipo
Dopo 8 anni si può chiedere fino al 30% per qualsiasi motivo e al 75% per acquisto o ristrutturazione della prima casa per se e i figli.
Inoltre, in qualsiasi momento, fino al 75%, per spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni relative a sé, al coniuge e ai figli per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche.
Tassazione
Al momento della richiesta prestazione pensionistica:
– sul TFR versato è operata una ritenuta a titolo di imposta con l’aliquota del 15%o ridotta di una quota pari a 0,30 punti percentuali per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione; (questa tassazione si applica ai versamenti effettuati da 01/01/2007);
– I rendimenti maturati sui versamenti effettuati sono tassati all’11,5% (invece i rendimenti del TFR in azienda sono tassati all’aliquota IRPEF);
– I contributi aggiuntivi (ad. Es quelli datoriali o volontari) sono deducibili fino a 5.164 euro annui e, se dedotti, sono tassati come il TFR;
– I contributi non dedotti, se comunicati al fondo pensione nei termini previsti, non sono soggetti a tassazione;
In tutti i casi di anticipazione dell’importo del fondo pensione si applica una tassazione differente;
3) TFR in busta paga
Il 1 maro 2015 è stata introdotta la possibilità di far maturare il proprio Tfr in busta paga, mese per mese.
La parte bassa della busta paga, che indica la posizione del lavoratore in azienda, riporta trattenute, detrazioni, stipendio netto corrisposto e anche la quota TFR accantonata (sia mensilmente che annualmente).
Le voci alle quali prestare attenzione sono:
- Retribuzione utile TFR che, salvo diverse disposizioni contenute nel CCNL di riferimento, indica l’accantonamento ottenuto sommando gli anni di lavoro a un importo pari o inferiore al totale delle voci retributive che concorrono al calcolo della liquidazione, dividendo poi il totale per 13,5;
- Quota anno TFR corrispondente al totale di TFR maturato fino a quel momento dell’anno in corso;
- TFR del mese corrispondente alla quota TFR del mese corrente;
- Fondo al 31/12 il TFR maturato nell’anno precedente;
- Rivalutazione TFR per comprendere quale sarà il coefficiente di rivalutazione applicato al calcolo annuale del TFR;
- Anticipi che indica l’importo TFR corrisposto in anticipo durante l’anno, qualora il lavoratore abbia fatto specifica richiesta.
Inoltre, qualora il lavoratore abbia la necessità di sapere il TFR maturato anno dopo anno, basterà consultare la Certificazione Unica (Certificazione dei redditi in vigore, ex modello Cud), documento sul quale è possibile trovare l’importo TFR depositato in azienda, importo del TFR destinato a un fondo, acconti, anticipi, indennità e detrazioni.
4) Fondo residuale Inps – FondInps
Il fondo dell’INPS segue esattamente le stesse regole degli altri fondi pensione, come l’opzione al punto 2 quindi.
Cosa succede quando si cambia lavoro?
Chi ha optato per lasciare il TFR in azienda, come abbiamo già detto sopra, ne avrà la liquidazione. Una volta cominciato un nuovo lavoro potrà decidere di lasciarlo al nuovo datore di lavoro o, in alternativa, aprire un fondo pensione.
Chi invece ha scelto di versarlo su un fondo pensione può:
– mantenere l’iscrizione al vecchio fondo;
– trasferire il montante maturato presso un nuovo fondo pensionistico;
– nei casi di perdita dei requisiti di partecipazione chiedere la liquidazione (ad esempio per un’adesione collettiva o ad un fondo di categoria);
– nel caso in cui si ha riscattato il fondo pensione, è possibile di nuovo scegliere tra lasciarlo al nuovo datore di lavoro o aprire un nuovo fondo pensione.
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Fonti:
Photo credit: Money Plant – Tax Credits
https://factorial.it/blog/tfr-in-busta-paga-dipendenti/#dove-trovare-il-tfr-in-busta-paga