L’ipotiroidismo è una disfunzione della tiroide caratterizzata da una produzione scarsa di ormoni tiroidei. È il contrario dell’ipertiroidismo, in cui, invece, la produzione di ormoni tiroidei è eccessiva.
Il principale ormone tiroideo è la tiroxina, detta anche T4. Le cause di questa produzione carente possono essere, come vedremo, molto varie e diversificate.
La carenza di ormoni tiroidei rallenta i processi metabolici. Inizialmente questa condizione non causa una sintomatologia molto evidente ma a lungo andare può comportare problemi di salute anche gravi.
Cause dell’ipotiroidismo
Una scarsa produzione di ormone T4 può essere dovuta a un malfunzionamento della tiroide (in questo caso si parla di ipotiroidismo primitivo), a un problema congenito, o all’assenza stessa della tiroide, se, ad esempio, la ghiandola è stata rimossa con intervento chirurgico per una patologia preesistente.
I fattori che danno origine all’ipotiroidismo possono essere vari. Tra le cause, si contano anche alcune specifiche malattie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto a carattere ereditario o altre patologie che coinvolgono il sistema immunitario, come diabete di tipo I o vitiligine, per citarne alcune. Può concorrere alla riduzione di tiroxina anche l’assunzione di alcuni farmaci come, ad esempio, il litio, largamente impiegato nella cura di patologie psichiatriche.
L’ipotiroidismo può anche essere dovuto a una carenza di iodio, a infezioni virali in atto oppure alla gravidanza.
Individuare la causa della carenza di tiroxina è fondamentale, affinché lo specialista possa effettuare una diagnosi esaustiva.
Come si manifesta l’ipotiroidismo
In una fase iniziale, l’ipotiroidismo non presenta sintomi particolarmente evidenti e proprio per questo motivo, la diagnosi di tale condizione può, talvolta, non essere immediata.
Possiamo affermare che i sintomi variano in base alla gravità della problematica e anche alle condizioni di salute generali del paziente.
I principali sintomi dell’ipotiroidismo sono:
- Sensibilità al freddo;
- Sonno e stanchezza;
- Pallore;
- Voce rauca;
- Gonfiore al volto;
- Colesterolo alto;
- Capelli fragili;
- Dolori e crampi muscolari;
- Battito cardiaco rallentato;
- Depressione;
- Problemi di memoria.
Il viso dell’individuo appare gonfio, privo di espressività, con pelle secca e squamosa. Tipico è anche un caratteristico gonfiore che interessa la zona delle palpebre. Un altro sintomo dell’ipotiroidismo è un anomalo accumulo di liquido sottocutaneo, chiamato mixedema, che riduce, a lungo andare, la capacità di movimento muscolare.
L’ipotiroidismo può manifestarsi anche durante la gravidanza in quanto questo delicato momento della vita femminile può impattare sulla funzionalità della tiroide a causa dei cambiamenti ormonali e fisiologici a cui il corpo della donna viene sottoposto durante la gestazione.
Diagnosi
Per diagnosticare un’eventuale condizione di ipotiroidismo basta un esame del sangue specifico, in cui avvenga la misurazione dei livelli di TSH e di tutti gli ormoni tiroidei. Attraverso gli esami del sangue è possibile diagnosticare in maniera rapida e sicura una carenza di tiroxina e una produzione anomala di ormoni da parte della ghiandola tiroidea.
Lo specialista potrebbe consigliare in alcuni casi esami supplementari, per confermare la diagnosi, come:
- Ecografia della tiroide;
- Dosaggio nel sangue di anticorpi anti-tiroide.
Prevenzione e cure
L’approccio farmacologico standard prevede per le persone affette da ipotiroidismo l’assunzione per via orale dell’ormone tiroideo L-tiroxina (o Levotiroxina) per andare ad integrarne la carenza.
Si tratta di una terapia graduale, il cui dosaggio va aumentare nel corso della vita, e che non è possibile interrompere in quanto l’ipotiroidismo è una malattia cronica.
L’individuo dovrà, infatti, sottoporsi a controlli periodici e ad esami del sangue per la verifica delle proprie condizioni e per la valutazione del dosaggio farmacologico più indicato.
Curare la propria alimentazione è particolarmente importante, per chi soffre di ipotiroidismo.
Fondamentale, infine, avvisare il proprio medico in caso di assunzione di integratori alimentari (come ferro, calcio e idrossido di alluminio) che limitano l’assorbimento del farmaco per la cura dell’ipotiroidismo.
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Fonti