Quando si parla di previdenza, in Italia, spesso vengono alla luce pregiudizi, miti e credenze. Abbiamo deciso di prendere i 5 falsi miti più in voga tra gli italiani e di sfatarli uno ad uno. Utilizzando ricerche, sondaggi, proiezioni e statistiche cercheremo di fare chiarezza in un settore di cui si parla tanto ma che si conosce poco. (Leggi qui il primo mito sfatato)
Sono ancora troppo giovane per pensare alla pensione
“Sono ancora troppo giovane per pensare alla pensione” è un concetto molto diffuso in Italia, una frase ritenuta generalmente valida, quasi scontata.
La pensione viene considerato un tema da affrontare esclusivamente dopo l’ingresso nella età degli “anta”(40,50,60,etc…) e troppo spesso si fa affidamento esclusivamente sulla pensione pubblica.
La pensione pubblica, per i giovani, non basterà
Attualmente lo Stato integra più del 40% degli assegni pensionistici, ma per chi ha cominciato a lavorare dopo il ’96 non sarà più così: i giovani italiani, la pensione, la dovranno costruire basandosi sulle proprie risorse. (Calcola qui a quanto ammonterà la tua pensione)
Sono circa due milioni e rischiano di avere una pensione povera. Il loro assegno previdenziale, in seguito alle riforme dell’ultimo ventennio sarà calcolato interamente con il sistema contributivo e si ritroveranno con un importo mensile in molti casi tra il 50-60% dell’ultimo stipendio e con valori minimi che potranno arrivare anche solo al 30%. (Leggi qui come cambia la pensione per un giovane neo-assunto)
Il fattore tempo è determinante
I giovani italiani, dato la distanza che li separa dalla pensione, hanno l’opportunità di prepararsi adeguatamente, prendendo le necessarie precauzioni.
L’Ocse ha messo in evidenza che se si inizia a contribuire da giovani ad una forma di previdenza complementare con il 5% del proprio reddito, si avrà il 20% in più di assegno pensionistico. Ma se si comincia a metà della vita lavorativa, cioè dopo vent’anni circa, bisognerà versare fino al 20% del reddito per raggiungere lo stesso obiettivo.
La strategia vincente (per alcuni esperti di finanza) è quella quindi di versare spesso, anche piccole somme, ma per lungo tempo, sfruttando le linee di investimento più aggressive all’inizio e spostandosi verso linee più garantite man mano che ci si avvicina alla pensione per conservare i patrimonio costruito nel tempo. “Start small, think big”
E’ proprio da giovani che è utile e conveniente pensare alla propria pensione. Svegliarsi troppo tardi potrebbe rivelarsi uno sbaglio irrecuperabile che richiederebbe sforzi elevati in termini economici.
La pensione complementare, grazie ai vantaggi che offre, è sicuramente una soluzione da prendere in considerazione tra le varie soluzioni di risparmio e investimento.
Il fattore tempo diventa determinante anche per sfruttare al massimo i benefici fiscali, infatti tutti i versamenti che vengono effettuati al Fondo Pensione sono deducibili fino a 5.164,27 euro per anno, e verranno tassati al momento dell’erogazione all’aliquota fissa del 15%. Tale aliquota potrà ridursi ulteriormente fino al 9% se si maturano 35 anni di anzianità d’iscrizione, infatti dopo il 15esimo anno è previsto un abbattimento dello 0,30% per ogni anno in più di permanenza al Fondo. Questo è solo un esempio ma molti altri sono i vantaggi della previdenza complementare.
Oggi il 21% dei giovani italiani (18-34 anni) ha aderito ad una forma di previdenza complementare[1] sfatando il mito di essere troppo giovani per pensare alla propria pensione. Ma il dato è al di sotto della media europea e mostra come in Italia ci sia ancora molto da fare in termini di pianificazione del proprio futuro previdenziale.
Fonti:
[1] IPR Marketing “Gli Italiani e la previdenza integrativa” Giugno 2013