Piccola guida ai fondi pensione: come sfruttare al meglio un prodotto previdenziale
Previdenza

Piccola guida ai fondi pensione: come sfruttare al meglio un prodotto previdenziale

I fondi pensione sono un particolare prodotto finanziario e/o assicurativo, con regole ben precise e caratteristiche peculiari.
AL 31 maggio 2022 risultano più di 8 milioni di italiani sono iscritti ad un fondo pensione complementare, ma spesso, a causa della scarsa informazione, non si sfruttano al massimo i benefici.
Ma quali sono queste opportunità e come ottenere il massimo rendimento da un prodotto previdenziale?
Come tutte le cose, non esiste un’unica regola valida per tutti, ognuno di noi ha esigenze e disponibilità economiche diverse. Con questo post vogliamo provare a darti qualche consiglio generale dal quale potrai trarre le tue conclusioni.

1) Quando aprire un fondo pensione?

Di solito si pensa che il momento giusto arrivi con il primo contratto di lavoro, ma in realtà… prima lo si apre meglio è:

–       La permanenza protratta nel tempo in prodotti di previdenza complementare viene premiata con una riduzione dell’aliquota di tassazione al momento della liquidazione del fondo: dal 15% diminuisce dello 0,30% per ogni anno successivo al 15°di iscrizione al fondo. Lo “sconto” può arrivare fino al massimo del 6% (quindi ad un’aliquota fiscale del 9%): un’evidente convenienza fiscale a seguito di una duratura permanenza nel Fondo.

–       Dopo 8 anni di adesione al fondo si può chiedere un anticipo del 75% per acquisto o ristrutturazione casa, o del 30% senza giustificato motivo. (Si può sempre chiedere un anticipo del 75% per spese sanitarie gravi);

Ti ricordiamo che si può aprire un fondo pensione anche solo contribuendo con poco e anche se si è intenzionati a non contribuire immediatamente: “Think big, start small”.

2) Quanto versare?

Naturalmente questo dipende dalle possibilità di ognuno di noi, infatti i fondi pensione non prevedono una versamento minimo o fisso. SI può scegliere. Però, è utile sapere che:

–       I contributi versati fino a 5.164 euro sono deducibili.
Anche l’eventuale contributo del datore di lavoro è deducibile dall’ Irpef mentre il TFR non concorre alla formazione dell’importo deducibile. La deduzione massima comporta un risparmio fiscale che oscilla tra € 1.187 e i 2.220 (col versamento annuo di 5.164€);

–        agevolazione particolarmente interessante per i giovani lavoratori (assunti dopo il 1gennaio 2007), dal 6° al 25° anno di permanenza nel fondo esiste la possibilità di dedurre fino al 50% in più della deducibilità di cui non si è usufruito nei primi 5 anni lavorativi (con un limite a 7.746,86 euro annui);

–       Anche I contributi versati sul fondo dei familiari fiscalmente a carico sono deducibili fino a 5.164 euro;

3) Come investire i soldi versati?

Tutti i fondi pensione hanno diverse linee di investimento: dalla garantita alla più aggressiva. Quale scegliere?

–       Quando si è giovani vien consigliato di stare su linee più aggressive, spostandosi man mano verso linee più obbligazionarie o garantite con l’avvicinarsi della pensione. In questo modo si cerca di rivalutare al meglio il capitale investito, mettendolo al riparo quando ci si avvicina all’età del pensionamento.

–       Esiste la possibilità di effettuare lo switch di linea d’investimento. Ogni fondo regola con criteri diversi le modalità per effettuarlo ma , da normativa, non si può effettuare più di una volta ogni 12 mesi.

–       Ci sono prodotti di previdenza che prevedono un meccanismo di riallocazione automatica chiamato: Life Cycle;

 Cliccando qui puoi confrontare le diverse linee d’investimento dei fondi pensioni italiani, in modo da renderti conto di quali sono le più competitive.

4) Come sfruttare al meglio il beneficio fiscale?

La previdenza complementare rappresenta un’opportunità di risparmio a cui lo Stato riconosce agevolazioni fiscali di cui altre forme di risparmio non beneficiano. L’agevolazione vale anche nel caso che tu effettui versamenti a favore di familiari fiscalmente a tuo carico.
Come abbiamo già scritto, ogni anno, si può dedurre fino a 5.164 euro.
Per ottenere la deduzione, in sede di dichiarazione dei redditi, si deve allegare l’estratto conto del proprio fondo pensione, o la certificazione dei contributi versati (da chiedere al proprio fondo pensione), o la ricevuta dei bonifici effettuati (dai quali si evince il versamento in favore del fondo).

Si riporta di seguito un esempio di vantaggio fiscale sui contributi.

Tenendo conto della novità sul metodo di calcolo dell’IRPEF introdotte dall’ ultima legge di bilancio (non più cinque, ma quattro scaglioni di reddito per quattro aliquote), se nel corso del 2022 un lavoratore con un reddito lordo pari a 24.000 versasse 1.500 euro nel fondo pensione, il reddito imponibile si ridurrebbe a 22.500 euro, quindi l’aliquota del 25% si andrà ad applicare ad un importo inferiore e si otterrà così un risparmio fiscale di 375 euro.

5) Quando chiedere la liquidazione del fondo?

Al momento in cui raggiungi i requisiti per la pensione obbligatoria, e a condizione che tu possa far valere almeno cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare, puoi trasformare la tua posizione individuale in rendita.

La rendita costituisce la tua pensione complementare. Puoi anche scegliere la liquidazione della tua  posizione individuale in un’unica soluzione fino a un massimo del 50% del capitale accumulato (in alcuni casi anche il 100%).

E’possibile ottenere il riscatto o l’anticipazione dei soldi presenti sul tuo fondo pensione se sei in possesso di caratteristiche determinate dalla legge. [1]
Ma dal punto di vista della tassazione è più conveniente chiedere la prestazione al raggiungimento dei requisiti di pensionamento.
Infatti il patrimonio accumulato  (al netto dei rendimenti e dei contributi non dedotti) viene tassato da un massimo di 15% ad un minimo di 9%, (diminuisce dello 0,30% per ogni anno successivo al 15°)  mentre chi opta per anticipazioni o riscatti può essere tassato anche fino al 23%.

In conclusione, come avrai capito i fondi pensione sono uno strumento flessibile, che può essere usato in base alle esigenze particolari di ognuno di noi, ma con delle regole ben precise che possono far ottenere più o meno vantaggi.

Se hai dei dubbi o vuoi farci delle domande specifiche non esitare a commentare qui sotto.


[1] In qualsiasi momento:
– un importo non superiore al 75%, per spese sanitarie conseguenti a situazioni gravissime attinenti a sé, al coniuge, ai figli, per terapie ed interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche.

Decorsi otto anni di iscrizione a forme pensionistiche complementari:
– un importo non superiore al 75%, per l’acquisto della prima casa di abitazione, per sé, per i figli, documentato con atto notarile. Interventi di cui alle lettere a), b), c) e d) primo comma art. 31 Legge 5.08.1978 n. 457 e cioè interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia relativamente alla prima casa di abitazione, documentati come previsto dalla normativa stabilita dall’art. 1, comma 3, Legge27.12.1997 n. 449;
– un importo non superiore al 30% per la soddisfazione di ulteriori esigenze.

Riscatto individuale parziale (il 50% della posizione individuale maturata):
– In caso di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi e non superiore a 48 mesi ovvero in caso di ricorso da parte del datore di lavoro a procedure di mobilità, cassa integrazione guadagni, ordinaria o straordinaria.

Riscatto totale (con chiusura della posizione):
Ammesso ove le sotto indicate casistiche siano antecedenti al quinquennio precedente la maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche:
– in caso di cessazione dell’attività lavorativa che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi;
– in caso di invalidità permanente che comporti la riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo.
– qualora vengano meno i requisiti di partecipazione al Fondo stabiliti dalle fonti che dispongono l’adesione collettiva.
– In caso di decesso dell’aderente prima dell’esercizio del diritto alla prestazione pensionistica, la posizione individuale è riscattata dagli eredi ovvero dai diversi beneficiari designati dallo stesso, siano essi persone fisiche o giuridiche. In mancanza di tali soggetti la posizione rimane acquisita al Fondo.

Scritto da:Newsroom
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