Le riforme del sistema previdenziale pubblico, che si sono susseguite negli anni, hanno portato ad una graduale riduzione dell’entità della pensione. Per questo è importante riflettere sull’opportunità di aderire ad un fondo pensione e costruirsi, fin da subito, una pensione complementare da poter affiancare a quella pubblica.
Tutti possono iscriversi ad un fondo pensione e alimentare, anno dopo anno, la propria pensione integrativa.
Come funzionano i fondi pensione?
I fondi pensione sono strumenti di risparmio che si basano sulla capitalizzazione individuale. Secondo questo sistema i contributi versati dal singolo iscritto vengono accantonati in un conto individuale e investiti nei mercati finanziari per produrre rendimenti. Una volta raggiunti i requisiti per la pensione pubblica e con almeno 5 anni di partecipazione ad un fondo pensione, l’iscritto può accedere alla somma accumulata facendo domanda per la sua pensione complementare.
L’iscritto, per utilizzare i suoi risparmi, non deve necessariamente attendere il momento della pensione, ma può richiedere un’anticipazione di una parte di quanto accumulato anche prima del raggiungimento dell’età pensionabile.
Comparti di investimento
Ogni fondo pensione offre ai propri iscritti diversi comparti di investimento, caratterizzati da un differente grado di rischio. I comparti che investono maggiormente in strumenti come le obbligazioni sono meno rischiosi, ma anche poco redditizi; quelli che invece investono in strumenti più dinamici (come le azioni) sono più rischiosi perché soggetti alle oscillazioni dei mercati, ma al tempo stesso sono potenzialmente più fruttuosi.
Gli investimenti vengono fatti attraverso dei gestori professionisti selezionati periodicamente dai fondi.
Ogni iscritto può sempre scegliere e modificare il comparto di investimento in base alle proprie esigenze e alla propria propensione al rischio.
Va sottolineato che i rendimenti, poiché dipendono dai mercati finanziari, possono essere positivi o negativi.
Tipologie di fondi pensione
Esistono diverse tipologie di fondi pensione a cui è possibile aderire in base alla propria situazione lavorativa.
Fondi pensione negoziali o chiusi. Sono destinati ai lavoratori appartenenti ad un determinato CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro). A questi fondi possono iscriversi solo i lavoratori assunti in aziende che applicano uno specifico CCNL (es. metalmeccanico, chimico, commercio).
Inoltre, se previsto dal fondo, possono aderire anche i familiari fiscalmente a carico degli iscritti.
I lavoratori che si iscrivono al fondo versano obbligatoriamente il proprio Tfr. Inoltre, possono decidere di versare un proprio contributo, che viene trattenuto direttamente in busta paga ogni mese e che dà diritto ad un altro contributo da parte dell’azienda. L’entità dei contributi minimi del lavoratore e del datore sono indicati nel contratto collettivo di riferimento e nei documenti informativi del fondo.
Fondi pensione aperti. Sono istituiti da Banche, Società di intermediazione mobiliare, Società di gestione del risparmio e Assicurazioni. L’adesione individuale è aperta a tutti, anche a chi non lavora. Se previsto da specifici accordi aziendali, è possibile anche un’adesione collettiva dei lavoratori di una stessa azienda.
I contributi sono versati direttamente dagli iscritti. Il conferimento del Tfr non è obbligatorio e il contributo azienda non è previsto (tranne in caso di adesione collettiva, se previsto dall’accordo aziendale).
PIP – Piani Individuali Pensionistici. Sono polizze gestite da assicurazioni con finalità previdenziali. L’adesione è aperta a tutti, anche a chi non lavora. Sono previsti solo i contributi versati dagli iscritti e il versamento del Tfr non è obbligatorio.
Fondi pensione preesistenti. Sono fondi nati prima del 1993 (anno di nascita della previdenza complementare) all’interno di aziende o banche e rivolti esclusivamente ai propri dipendenti. Il versamento del Tfr è obbligatorio ed è previsto un contributo dell’azienda.
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