“Il camminare è una metafora dell’inquietudine umana, e il nostro vagare assomiglia profondamente al modo di procedere della ricerca filosofica e scientifica. Un camminare per tentativi che esplora: quindi disequilibrio più che armonia. Per me camminare è un’esperienza di inquietudine e di sorpresa quotidiana”. Così scrive Duccio Demetrio in Filosofia del camminare, esercizi di meditazione mediterranea. Un modo diverso per dire che il senso comune inganna. Camminare, per esempio. Molti diffidano, si stancano e cercano alternative: l’auto, il bus, lo scooter, ultimamente la bici. Invece, camminare fa bene. Anzi, benissimo. Non perché sembri la cosa più naturale al mondo, mentre invece non lo è. Ma perché come spiega Frédéric Gros la scelta di camminare rivela cose molto profonde che hanno un’influenza determinante sulle nostre vite, molto più di quanto si potrebbe pensare. Il filosofo francese ricorda illustri casi, da Kant a Nietzsche, da Gandhi a Thoreau, da Rousseau a Rimabud, dimenticando moltitudini d’ignoti, come i pellegrini, i mercanti e i guerrieri medievali, che erano tutti grandi camminatori, però ma con stili e attitudini diversi. Una camminata veloce è l’antitesi della camminata perché se noi camminiamo in funzione del nostro utile, allora possiamo usare anche altri mezzi. Il problema è di riuscire nelle nostre quotidianità a ritagliare degli spazi e dei momenti in ore forse ingrate per alcuni, all’alba oppure nella notte, dove la nostra camminata, anche nei luoghi soliti e quotidiani, possa invitarci a una relazione tra il pensiero, il linguaggio interiore e il nostro andare a piedi».
Scendendo invece nei benefici fisici e psicologici, oggi i medici consigliano di camminare almeno tre volte alla settimana a chiunque, giovane o vecchio, per i seguenti motivi:
- Camminare non fa male a nessuno. Non ha controindicazioni. Mentre in alcuni casi è del tutto fatale fate, soprattutto se si è troppo sovrappeso o si hanno problemi cardiaci o alle ossa, camminare è democratico e ideale per mantenere o ritrovare la forma fisica.
- Camminare aiuta a ridurre la pressione sanguigna e il colesterolo, due fattori fondamentali per prevenire problemi cardiaci. Numerosi studi provano che camminare a passo sostenuto, anche solo 30 minuti al giorno, riduce del 30-40% i rischi di infarto e ictus.
- Passeggiare rinforza le ossa e le articolazioni aumentando la densità dei minerali che compongono lo scheletro. A differenza delle attività aerobiche spinte (come la corsa) camminare riduce notevolmente il rischio di cadute e di osteoporosi.
- A proposito di corsa. A differenza degli scatti o del jogging, camminare fa bruciare molto più grasso e quindi fa perdere più peso. La differenza sta che nel camminare si bruciano grassi mentre nella corsa, che richiede uno sforzo cardiaco più elevato, si bruciano zuccheri.
- Fare passeggiate ha un potere ristoratore della psiche e del sistema parasimpatico. Quindi è un antidepressivo naturale e potentissimo. Quando i muscoli si attivano, producono molecole importanti come le endorfine e la serotonina che risollevano l’umore. Chiunque faccia passeggiate con regolarità avverte una riduzione dello stress e della depressione, un cambiamento nel sonno (dorme meglio) e quasi subito ha un atteggiamento più positivo nella visione della propria vita.
- Infine, camminare con regolarità migliora il cervello. Attiva infatti le attività cognitive, perché stimolando le funzioni cardiorespiratorie, aumenta l’irrorazione di sangue al cervello, migliorandone le prestazioni.