La tosse rappresenta uno dei meccanismi più sofisticati per proteggere le vie aeree. Serve infatti a impedire che oggetti o sostanze estranee penetrino all’interno della via deputata al trasporto dell’aria ai polmoni, ma anche a eliminarli in tempi rapidi, qualora fossero già penetrati e ad evitare, in tal modo, il soffocamento.
La tosse rappresenta inoltre un sintomo comune per moltissime patologie polmonari, ma anche di tipo extra-polmonare.
Tosse cronica: le cause
La tosse si definisce acuta se si presenta per meno di tre settimane e cronica, o persistente, se perdura oltre tale periodo. Le cause della tosse cronica possono essere molteplici e sovrapposte, e non sono sempre di facile individuazione. Tra le principali si possono ricordare:
- le patologie rino-sinusali, specialmente se accompagnate da gocciolamento retronasale di muco;
- l’asma bronchiale e le sindromi asmatiche;
- il reflusso gastroesofageo;
- l’uso di farmaci, per esempio gli ACE-inibitori.
Tosse da reflusso: come capirlo?
Per reflusso gastroesofageo si intende il flusso retrogrado del contenuto dello stomaco nell’esofago. Tale fenomeno è causato dal rilassamento dello sfintere esofageo inferiore oppure dall’inadeguatezza del tono dello sfintere rispetto alle pressioni addominali.
È un processo fisiologico nei bambini, nei lattanti e anche negli adulti sani; tuttavia, quando i fenomeni di reflusso sono eccessivamente frequenti o provocano danni all’esofago, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).
I pazienti affetti da MRGE presentano sia sintomi a carico dell’apparato gastrico, come pirosi e dolore allo stomaco, acidità in bocca, frequenti sbuffi e/o eruttazioni e dolore interscapolare, ma anche di tipo extra-esofageo, tra cui la tosse cronica che presenta particolari caratteristiche:
- può essere secca e insistente oppure catarrale, in funzione di quale meccanismo fisiopatologico, ne determina la comparsa;
- indipendentemente dal fatto che sia secca o produttiva, si associa a una sensazione di dolore e/o bruciore allo stomaco, in particolare alla bocca dello stomaco o dietro lo sterno;
- può essere causata e conseguente all’assunzione di cibi quali: il cioccolato, i cibi piccanti e i cibi secchi, come i biscotti, ma anche di cibi che ritardano lo svuotamento gastrico, come gli alimenti ricchi di grasso e alcuni frutti quali la banana.
Tosse secca: e se fosse tosse allergica?
La tosse secca può essere messa in relazione anche a malattie di natura allergica, che causano una sindrome asmatica, oppure all’iperreattività bronchiale.
La tosse allergica può presentarsi sia in forma di tosse secca che, più raramente, in forma di tosse grassa, a seconda della malattia che l’ha provocata. Talvolta, potrebbe essere erroneamente scambiata per un sintomo riconducibile a comuni malattie da raffreddamento ma essa presenta alcune caratteristiche che la contraddistinguono dagli altri tipi di tosse quali:
- resiste ai comuni trattamenti sintomatici impiegati per calmare la tosse;
- può essere presente tutto l’anno, mesi caldi compresi, protraendosi per lunghi periodi di tempo;
- non è accompagnata da febbre e dolori muscolari, sintomi tipici delle malattie da raffreddamento;
- viene trattata con successo con farmaci di natura corticosteroidea a somministrazione inalatoria o antistaminica.
Nel caso la tosse sia dovuta all’iperreattività bronchiale si presenta anch’essa con caratteristiche distintive particolari quali:
- è generalmente secca;
- è accompagnata da difficoltà respiratorie dette dispnea;
- è accompagnata da senso di costrizione al torace e da broncospasmo;
- si può udire a livello del torace il tipico “fischietto”, indicativo di ostruzione delle vie aeree tipico del broncospasmo.
Cosa prendere in caso di tosse da reflusso
Essendo la tosse da reflusso un sintomo, il suo trattamento consiste nel curare la patologia che l’ha provocato, quindi, la malattia da reflusso gastroesofageo. Infatti, il trattamento sintomatico della tosse con farmaci antitussivi normalmente indicati per la tosse secca risulta del tutto inefficace in caso di tosse da reflusso.
Tra i farmaci maggiormente impiegati per trattare la malattia da reflusso gastroesofageo ci sono:
- gli inibitori della pompa protonica (IPP) che sono in grado ridurre la secrezione acida da parte dello stomaco, andando a inibire l’attività della pompa protonica;
- gli antagonisti dei recettori H2, che agiscono inibendo la secrezione acida dello stomaco e contrastando l’attività dei recettori per l’istamina di tipo 2;
- gli antiacidi, ovvero dei composti in grado di neutralizzare l’eccessivo ambiente acido dello stomaco. La loro durata d’azione, tuttavia, è molto breve (qualche ora) e non intervengono sulla secrezione acida dello stomaco.
- i procinetici che, pur non essendo in grado di agire sulla secrezione acida dello stomaco, ne facilitano lo svuotamento, riducendo il tempo di permanenza del cibo a livello gastrico. Essi vengono utilizzati in associazione ai farmaci sopraelencati.
Cosa si deve mangiare se si soffre di reflusso
La dieta proposta nei casi di pazienti che soffrono di reflusso gastro-esofageo è finalizzata prima di tutto a ridurre il sovrappeso e l’obesità: situazioni aggravano la patologia.
Viene consigliato di suddividere maggiormente i pasti riducendone però il volume, limitare al minimo il consumo di cibi molto freddi o molto caldi e purtroppo eliminare, o ridurre al minimo, cibi che promuovono la secrezione gastrica (caffè, tè, alcolici, agrumi e succhi di frutta a base di mela, ananas, frutti esotici), spezie e bevande gassate, cibi proteici poco digeribili, quindi crudi o che hanno affrontato una cottura lunga, e anche cioccolata, menta, cipolla e aglio. Vanno eliminati anche i pasti e gli alimenti molto grassi, come i fritti.
La malattia da reflusso gastro-esofageo deve essere anche associata ad alcune abitudini salutari ben precise come la completa abolizione del fumo di sigaretta, l’eliminazione degli abiti troppo stretti, il mantenimento della postura eretta durante e dopo i pasti, la masticazione prolungata fare attenzione a coricarsi almeno 3 ore dopo il pasto e a non eseguire sforzi fisici subito dopo il pasto.
Tosse da reflusso e stress
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto frequente e si manifesta in particolare in età lavorativa. Questa condizione dipende fortemente anche dal nostro stile di vita e da stati d’ansia e di stress.
Non è facile stabilire una relazione di causa-effetto tra lo stress e il reflusso gastroesofageo. Certamente, lo stress non è solo una condizione psicologica e fisica, ma causa di problemi a livello di ormoni, terminazioni e impulsi nervosi.
Pertanto, il nostro apparato digestivo, che è il nostro “secondo cervello”, ne risente molto. É stato infatti dimostrato che lo stress può aumentare la sensibilità dell’esofago a piccole quantità di acido e si è visto che chi soffre di reflusso e, contemporaneamente, di ansia cronica è più soggetto a un aggravamento dei sintomi durante periodi di stress.
Pertanto è chiaro che, in ogni caso, i sintomi del reflusso gastroesofageo possono essere alleviati riducendo lo stress.
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In collaborazione con pazienti.it
Fonti:
www.medicalnewstoday.com/articles/315888
www.hindawi.com/journals/ijoto/2012/564852/
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