Il requisito di età per la pensione di vecchiaia si è costantemente innalzato nel tempo in base all’aumento della speranza di vita.
Nel 2022 (e fino al 2024) tutti i lavoratori autonomi e i lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi possono richiedere la pensione.
Tutto ciò si è tradotto in una maggiore attesa da parte di migliaia di lavoratori che hanno visto allontanarsi la tanto attesa pensione.
La normativa pensionistica, però, mentre da un lato allungava i tempi, dall’altro prevedeva tutta una serie di soluzioni volte a ridurre l’attesa ed in pratica ad anticipare la pensione.
Ecco come fare per andare in pensione un po’ prima:
1) Pensione anticipata ordinaria
La pensione anticipata è una prestazione economica introdotta nel 2012 dalla riforma previdenziale “Monti-Fornero” cui si ha diritto al raggiungimento di una determinata anzianità contributiva. L’istituto della pensione anticipata è stato introdotto per tutelare chi ha iniziato la propria attività lavorativa in giovane età, onde evitare un’eccessiva penalizzazione in virtù dell’introduzione dei nuovi requisiti d’età per l’ottenimento della pensione di vecchiaia. Fermo restando le norme della Riforma Fornero (legge 92/2012), ecco i nuovi requisiti introdotti dalla legge di bilancio 2022 e validi fino al 31 dicembre 2026: 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne, a prescindere dal requisito anagrafico.
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2) Anzianità anticipata per le donne (cd. Pensione “Opzione Donna”)
Con l’introduzione del sistema contributivo per il calcolo della pensione, voluta dal Governo Monti, si riduce l’importo del trattamento di pensione rispetto al calcolo con il sistema retributivo. È per questo che il Governo ha inteso agevolare le donne che hanno optato per il sistema più favorevole per l’ente pensionistico.
I requisiti per ottenere la pensione anticipata con questa penalizzazione sono i seguenti:
– Età pari o superiore a 58 anni per le donne dipendenti, elevata a 59 anni di età per le lavoratrici autonome;
– Almeno 35 anni di contributi.
I due requisiti devono essere maturati entro il 31/12/2021.
3) Il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione
Corso di laurea, congedo parentale, servizio civile, lavoro all’estero. E ancora: periodi di lavoro non coperti da contribuzione, sospensione o interruzione del rapporto di lavoro. Questi sono i casi in cui è consentito l’accredito di contributi in seguito a versamento volontario.
Il riscatto è sempre a titolo oneroso (cd. onere di riscatto) e si perfeziona con il pagamento di un importo pari agli oneri che l’Inps si assume con il riconoscimento dei periodi riscattati. I contributi derivanti da riscatto sono utili sia per determinare il “quando” si andrà in pensione sia per determinare il “quanto” si riceverà come pensione.
Qui su Un Post Protetto, tempo fa, abbiamo preparato un approfondimento sul riscatto della laurea, come si fa e quanto costa.
4) Prosecuzione volontaria del versamento dei contributi
E’ la possibilità di fare versamenti volontari per i lavoratori che sono prossimi alla pensione ma sono senza occupazione. La facoltà è concessa a lavoratori dipendenti, autonomi e dipendenti pubblici a condizione che vantino un minimo di contributi effettivi. L’esempio più classico è il lavoratore dipendente a cui mancano pochi anni al pensionamento. Può concordare con la propria azienda la sua uscita anticipata dal mondo del lavoro in cambio di una “buonuscita” che gli permetta di versare i contributi per il periodo che lo separa dalla pensione oltre che sostenersi fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici. In questo modo smette effettivamente di lavorare prima.
5) Il cumulo gratuito dei contributi accreditati in gestioni diverse
La legge di stabilità 2013 consente agli iscritti presso due o più gestioni previdenziali (escluse le casse dei professionisti) di cumulare i periodi non coincidenti, per conseguire un’unica pensione. Il cumulo è gratuito e consente di lasciare inalterato il sistema di calcolo applicabile, in base alle anzianità maturate.
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6) La ricongiunzione a pagamento dei versamenti in una sola gestione
La ricongiunzione dei contributi versati in gestioni diverse, sia per i lavoratori dipendenti, sia per i professionisti, è a pagamento (anche rateizzabile) permette l’unificazione dei periodi di assicurazione e dei relativi contributi maturati dal lavoratore presso diversi enti previdenziali e consente di maturare una qualsiasi pensione nella gestione accentrante, con regole di calcolo previste per quest’ultima. Il dipendente può chiedere le ricongiunzione per ottenere un’unica pensione calcolata su tutti i contributi versati.
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7) La totalizzazione per maturare il diritto all’assegno
Con la totalizzazione si possono cumulare periodi maturati presso due o più enti previdenziali per raggiungere i requisiti minimi per la pensione, o aumentare la base su cui essa viene calcolata. E’ utile per maturare la pensione di vecchiaia o di anzianità e riguarda tutte le forme previdenziali, comprese le casse professionali. Completamente gratuita, la totalizzazione non trasferisce contributi da una gestione all’altra, ma serve solo per maturare il diritto alla pensione. Il calcolo è con il sistema contributivo.
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Fonti: