Sono nati e cresciuti durante i lunghi decenni del prosperoso dopo-guerra godendo prima del supporto dello stato sociale, poi di pensioni generose e nel fattempo dell’impennata del valore delle loro case. Chi sono? Sono i baby boomers, nati durante il boom economico del dopoguerra ( in particolare quelli dal 1945 al 1955).
Secondo il quotidiano britannico The Indipendend, che ha pubblicato i risultati di una interessante ricerca svolta sui “Baby Boomers” il loro livello di vita in pensione è addirittura migliorato, dal punto di vista economico, rispetto a quando erano lavoratori.
8 coppie di baby boomers su 10 hanno visto aumentare la loro ricchezza dopo il pensionamento. L’84% delle coppie settantenni ha accumulato abbastanza ricchezza per mantenere e addirittura aumentare il livello di vita durante la pensione.
8 baby boomers su 10 sono riusciti a coprire almeno due terzi del loro ultimo reddito prima della pensione grazie alla pensione pubblica e privata, mentre circa il 40% guadagna di più in termini reali, perché devono sostenere spese di molto inferiori rispetto alle famiglie giovani o i singles. Questi risultati diventano ancora più evidenti prendendo in considerazione la proprietà della casa e altri beni.
Un realtà falsata
I pensionati che stanno andando in pensione oggi, i Baby Boomers nati alla fine degli anni 40 ed inizio anni 50 (Bill Clinton per esempio), economicamente stanno generalmente bene. In media i pensionati italiani percepiscono 16.314 euro all’anno di pensione pubblica, ma i baby boomers hanno spesso una pensione più alta, una casa di proprietà il cui valore è molto aumentato nel corso degli anni e non di rado beneficiano di altre entrate minori o di rendite derivanti da investimenti.
Al momento, quindi, la necessità di investire in strumenti che offrano una pensione integrativa a quella pubblica non risulta evidente nell’esperienza delle famiglie italiane, proprio a causa del generale benessere dei pensionati odierni. Ad esempio, la previdenza complementare, in Italia riguarda solo circa 6 milioni di lavoratori (il 25% della forza lavoro).
Ma la realtà per le future generazioni sarà molto differente dall’attuale. I pensionati di oggi sono tra gli ultimi fortunati che potranno sfruttare queste condizioni agevoli.
Lo studio dell’Institute of Fiscal Studies (IFS) dimostra con evidenza il crescente distacco di ricchezza tra generazioni: le coppie nate negli anni ’40 sono significatamente in condizioni migliori rispetto ai loro figli e nipoti, i quali devono inoltre contribuire maggiormente per la propria futura pensione.
I giovani d’oggi vivono in condizioni lavorative e di contesto economico totalmente diverse rispetto ai baby boomers:
- le pensioni verranno calcolate con il sistema contributivo, quindi non in base agli stipendi ricevuti durante gli ultimi anni di lavoro, stipendi spesso molto alti quindi;
- ogni anno perso di contribuzione peserà fortemente sull’ammontare della pensione e la presenza di buchi contributivi è ormai una costante nelle carriere precarie di molti giovani lavoratori;
- negli ultimi anni il PIL italiano ha avuto una crescita inferiore allo zero e questo inciderà sul calcolo delle pensioni che si rivalutano proprio in base alla crescita del Paese.
- Spesso, i giovani d’oggi, non riescono ad accumulare abbastanza capitale o garanzie per acquistare un bene immobile o accedere a mutui . Questo li porterà a non avere una casa di proprietà al momento della pensione, pesando ulteriormente sulle loro tasche.
Insomma, non bisognerebbe farsi ingannare dall’apparente situazione di tranquillità dei baby boomers pensionati di oggi, ma cominciare fin da subito a pensare al proprio domani.