Che la pensione pubblica rischi di non essere sufficiente e che quindi sia sempre più necessario organizzarsi in tempo per integrarla è ormai cosa nota.
Sempre più italiani si rivolgono alla previdenza complementare, il 2014 ha fatto registrare un aumento del 6% degli aderenti.
Vediamo insieme se hanno fatto la scelta giusta.
I dati forniti da COVIP ci aiutano a valutare la scelta fatta dai quasi 6 milioni e mezzo di aderenti. Pubblicati il 20 febbraio scorso, descrivono oggettivamente le prestazioni dei fondi pensione italiani.
Nel 2014 i fondi pensione hanno avuto un rendimento medio di circa il 7%.
In particolare i fondi pensione negoziali hanno reso in media il 7,3% con le linee azionare che toccano quasi il 10% a 9,8%
I fondi pensione aperti hanno reso in media il 7,5% con un minimo del 4,5% delle linee garantite e un massimo delle linee azionarie a 8,7%
Infine anche i PIP (Piani Individuali Pensionistici) hanno reso il 7,3%, il dato si riferisce alle Unit Linked perché il dato sulle Gestione separate ancora non è pervenuto.
Ecco la tabella con tutti i dati degli ultimi 9 anni:

I fondi battono il TFR in azienda
Quei lavoratori che hanno scelto di mettere il proprio TFR in un fondo pensione hanno quindi beneficiato di questi rendimenti, mentre quelli cha lo hanno lasciato in azienda hanno ottenuto una rivalutazione dell’1,3%, 6 punti è percentuali in meno in media rispetto ai fondi pensione.
Vai a leggere il nostro approfondimento sul TFR: “Tutto sul TFR: in azienda o sul fondo? Calcolo, rivalutazione, anticipo, liquidazione, rendimenti ed INPS”
Infine non va dimenticato che chi aderisce alla previdenza complementare può beneficiare di numerosi vantaggi fiscali come la deduzione fino 5.164€ annui dei versamenti fatti nel fondo pensione.
Vai a leggere il nostro approfondimento su: “I vantaggi della previdenza complementare”