Domenica sera, ore 20:45. Come molti altri italiani mi riunisco con un gruppo di amici per guardare il derby di Milano. La partita non offre molto sul piano dello spettacolo, quindi chiacchieriamo e, parlando di lavoro, esce fuori il tema delle pensioni.
Claudio, particolarmente interessato, sapendo che gestisco questo blog mi chiede subito più informazioni sul suo futuro pensionistico. Prima di rispondere gli faccio le classiche domande che servono per capire la situazione pensionistica di ognuno di noi: età, anni di contribuzione e reddito. Scopro così che Claudio ha 41 anni, lavora da 12, è un lavoratore autonomo (musicista), ha un percorso lavorativo con molti buchi contributivi a causa di contratti non sempre in regola e dichiara quindi un reddito di circa 16mila euro.
Dati alla mano, utilizzo uno dei tanti motori di calcolo on-line per quantificare la sua pensione. Il risultato è per Claudio a dir poco sconvolgente: circa 400 euro al mese.
“Fa impressione rendersi conto che sarò un futuro povero…!” commenta amaramente.
Tutto ciò mi porta ad alcune riflessioni
Innanzitutto ritengo inammissibile la totale assenza di consapevolezza sul proprio futuro pensionistico dei lavoratori italiani. (A riguardo L’Inps sta per intervenire con un cambiamento epocale).
In secondo luogo, appare evidente come in Italia ci siano tantissimi “Claudio”. Lavoratori entrati nel mercato del lavoro verso i 30 anni, che per anni hanno guadagnato gran parte del proprio reddito in nero e che non si sono mai posti il problema della propria pensione. A tutti loro va detto chiaramente che se vogliono un futuro sereno con una pensione decorosa devono uscire il prima possibile dal lavoro sommerso. Purtroppo però, potrebbe non bastare.
Per questo esiste la previdenza complementare, una scelta su cui riflettere.
Infatti, secondo recenti simulazioni della società indipendente di consulenza in pianificazione finanziaria Progetica[1], basterebbe versare 1.000 euro l’anno per avere una pensione di scorta di circa 150 al mese, inoltre, decidendo di investire in linee più aggressive la cifra raddoppierebbe, raggiungendo circa 300 euro al mese.
Nel caso di Claudio, se per ipotesi domani cominciasse a versare 200 euro al mese in un fondo pensione, da pensionato potrebbe ottenere circa 320 euro al mese di pensione complementare.[2]
I Claudio d’Italia sono avvertiti!
[1] Le simulazioni di Progetica indicano la pensione integrativa attesa versando mille euro l’anno dai venticinque anni sino all’età di pensionamento in una linea garantita con rendimento minimo del 2% annuo, oppure in una bilanciata con il 60% di azioni: tutti i valori sono espressi a parità di potere d’acquisto. «Anche su brevi orizzonti temporali, la previdenza complementare è sempre efficiente dal punto di vista finanziario: si incassa più di quello che si versa spiega Carbone -. E, tenendo conto dell’effetto Fisco, la situazione migliora ulteriormente».
[2] Linea di investimento 45% obbligazionario 55% azionario. Beneficio fiscale annuo di circa 500 euro. Fonte motore di calcolo Previsio