Coronavirus nei bambini: come riconoscere anche i sintomi meno sospetti
Benessere

Coronavirus nei bambini: come riconoscere anche i sintomi meno sospetti

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus, in grado di causare una variegata serie di affezioni a carico delle vie respiratorie, la cui intensità varia dal raffreddore a malattie più gravi, come la Sindrome Respiratoria Mediorientale (MERS) e la Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS-CoV-1).

Il nuovo Coronavirus, denominato SARS-CoV-2, è l’agente eziologico della Covid-19 (Coronavirus Disease 19). I primissimi sintomi dell’infezione sono molto simili a quelli delle più comuni infezioni delle alte vie respiratorie, come raffreddore o influenza stagionale. Sulla base dei dati epidemiologici raccolti dall’inizio della pandemia, emerge che la malattia Covid-19 causa, nella maggior parte dei casi, disturbi di intensità da lieve a moderata, ovvero febbre, tosse, raffreddore, malessere, mal di gola, perdita del gusto e dell’olfatto, mal di testa. In alcuni casi, soprattutto nelle persone più fragili, può evolversi in una polmonite di tipo interstiziale.

Coronavirus nei bambini: tutti i sintomi da considerare

Nonostante adulti e bambini in caso di Covid-19 mostrino pressoché la stessa gamma di sintomi, i più piccoli tendenzialmente li manifestano in modo più lieve e tali sintomi possono risultare sovrapponibili a quelli del raffreddore.

I primi segni possono comparire in media dai 5 ai 7 giorni (con un minimo di 2 e un massimo di 14 giorni), dopo il contatto del bambino con una persona infetta. Può manifestarsi febbre superiore a 37.5°C o almeno uno dei seguenti sintomi: 

  • congestione nasale e naso che cola; 
  • mal di gola; 
  • fiato corto e difficoltà a respirare; 
  • stanchezza eccessiva;
  • mal di testa; 
  • dolori muscolari. 

E ancora: 

  • nausea e vomito; 
  • diarrea e inappetenza; 
  • perdita dei sensi del gusto e dell’olfatto; 
  • dolore al basso ventre;
  • congiuntivite.

Sono suggestivi di infezione da SARS-Cov-2 febbre, oltre i 37.5°C, che non scende nemmeno con gli antipiretici, e tosse secca, di solito stizzosa, insistente e senza catarro. In caso di comparsa di sintomi quali: mancanza di respiro o difficoltà a respirare, che indicano un peggioramento della malattia, è importantissimo chiamare immediatamente il proprio pediatra o medico di famiglia, o i numeri dell’emergenza.

Verrà, quindi, indicato se procedere o meno con il tampone per Coronavirus nei bambini per identificare e quantificare la presenza del virus, attraverso il rilevamento del suo acido nucleico.

Covid-19 nei neonati: come riconoscerlo

I neonati, intesi come bambini di età inferiore all’anno, sembra siano la fascia di età tra i pazienti pediatrici più a rischio di sviluppare una sintomatologia grave in seguito a infezione da SARS-CoV-2. 

Questo può essere sicuramente ricondotto all’immaturità del loro sistema immunitario, così come alle ridotte dimensioni delle vie respiratorie che le rende più facilmente raggiungibili da virus responsabili di infezioni.

I neonati possono infettarsi con il nuovo Coronavirus sia durante il parto o successivamente ad esso, in seguito al contatto con una persona positiva. Solo in una percentuale compresa tra il 2 e il 5% dei parti, i neonati, nati da madri positive al SARS-CoV-2, risultano poi anch’essi positivi al virus.

Perché il Coronavirus ha effetti diversi sui bambini?

Non è ancora stato del tutto chiarito come mai i bambini reagiscono in modo differente agli adulti rispetto all’infezione da SARS-CoV-2

Alcuni esperti suggeriscono che i bambini non sono interessati da una sintomatologia grave, in quanto altri Coronavirus, responsabili di affezioni paragonabili al raffreddore, sono diffusi nelle comunità che frequentano, come asili nido, scuole dell’infanzia, e perciò essi hanno già anticorpi che possono cross-reagire contro il nuovo virus, contrastandone, seppur in modo non del tutto specifico, l’infezione e dando il tempo all’organismo di sviluppare una risposta immunitaria mirata. 

È inoltre possibile che il sistema immunitario dei bambini reagisca in modo differente da quello degli adulti: sembra, infatti, che le difese di questi ultimi contrastino il virus in modo esagerato, causando una risposta infiammatoria talmente importante da danneggiare l’organismo stesso (meccanismo non osservato nei bambini).

Un’altra ipotesi richiama l’attenzione sulla “porta” che il virus utilizza per entrare nelle cellule, il recettore ACE2, espresso sulle cellule degli alveoli del polmone e su quelle dell’intestino, al quale si lega la proteina spike di SARS-CoV-2 per infettarle. 

È probabile che la distribuzione, la maturazione e anche la numerosità di questo recettore nei bambini, e in primis nei neonati, siano differenti da quelle degli adulti, o che la capacità del recettore di legarsi al virus sia limitata nei pazienti più giovani, per una specie di immaturità, abbassando l’infettività del Coronavirus.

Un’altra idea è che i bambini abbiano, in generale, polmoni più sani rispetto agli adulti.

I bambini asintomatici sono super contagiosi?

Nonostante i bambini possano essere più asintomatici o lievemente sintomatici rispetto agli adultiriescono, comunque, a diffondere il virus attraverso le secrezioni nasali e anche attraverso le feci. 

È stato rilevato, infatti, il SARS-CoV-2 anche nelle feci, persino dopo la guarigione virologica, ossia successivamente al doppio tampone negativo

La trasmissione oro-fecale è un problema da non sottovalutare, soprattutto nel caso dei più piccoli, ai quali va cambiato spesso il pannolino. Nessuno studio, però, ha finora valutato la carica virale nelle feci e, quindi, la capacità di contagiare, anche se viene suggerito dagli esperti di tirare lo sciacquone con il coprivaso chiuso e poi sanificare il water per evitare aerosol contenenti il virus.

Come proteggere i bambini dal Coronavirus

Cosa fare nel caso di Coronavirus nei bambini? Per proteggere i bambini dal contagio occorre osservare le stesse indicazioni valide per tutte le fasce d’età. 

Le regole di prevenzione basilari, facilmente spiegabili ai bambini, includono: 

  • frequente lavaggio delle mani con acqua e sapone o igienizzazione
    con soluzioni a base alcolica;
  • mantenimento delle distanze da persone che mostrano sintomi di
    infezioni respiratorie acute;
  • evitare luoghi affollati;
  • indossare la mascherina sia all’aperto che in tutti luoghi chiusi
    e accessibili al pubblico, perché aiuta a limitare la diffusione del virus,
    ricordandosi che non è utile indossare più mascherine sovrapposte; 
  • non baciare, abbracciare e stringere la mano a persone non
    conviventi, neanche ad amici;
  • non condividere bottiglie, bicchieri e, in generale, effetti
    personali con gli altri; 
  • non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani non lavate;
  • coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce (starnutire e/o
    tossire in un fazzoletto o nella piega del gomito, evitando il contatto delle
    mani e, se proprio non si riesce, subito dopo lavarsi le mani). 

Ultimo consiglio? Se si è malati, praticare l’isolamento domiciliare ed evitare di assumere farmaci e/o antibiotici, a meno che non siano prescritti dal pediatra o dal medico di famiglia.

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In collaborazione con pazienti.it

Fonte:

www.ospedalebambinogesu.it/nuovo-coronavirus-e-bambini
www.nhs.uk/conditions/coronavirus-covid-19/symptoms/coronavirus-in-children/

Il Gruppo AXA Italia non risponde dei contenuti degli articoli pubblicati

Scritto da:Newsroom

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