Esiste un pre- e un post- pandemia, questo è certo. Quando oggi pensiamo all’attuale modo di intendere la salute e, più in generale, quando ci fermiamo a riflettere sull’approccio che si tiene o si vorrebbe tenere con un medico o un professionista di salute, non si può più fare a meno di cercare soluzioni di supporto anche a distanza.
Proprio così, se da una parte la pandemia ha costretto a un globale fermarsi, un lockdown delle azioni e della vita, dall’altra – quasi paradossalmente – ha indotto una vera e propria corsa all’innovazione, una accelerazione in ogni ambito, anche e soprattutto in quello medico.
Parliamo, dunque, di telemedicina, e lo facciamo con una marcia in più, quella innescata dal presente. Ma cosa è la telemedicina, quali sono gli scenari in atto?
Partiamo dagli inizi.
Cosa si intende per telemedicina
Facciamo un salto indietro nel tempo, guardando agli anni Settanta, anno in cui lo statunitense Thomas Bird coniò questo nuovo termine “telemedicina”, indicando così “la pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente, utilizzando un sistema di comunicazione interattivo multimediale”, [Bird, 1975].
Dunque, una comunicazione interattiva e tecnologica che, decennio dopo decennio, perfezionandosi grazie ai nuovi device, ha assunto i chiari contorni di un servizio capace di erogare assistenza sanitaria ai pazienti, sfruttando il potenziale di modelli innovativi, soluzioni di telemedicina.
Obiettivi? Chiari sin da subito, ovvero:
- coprire al meglio i bisogni dei pazienti, riorganizzando in maniera ottimale le risorse umane e quelle tecnologiche, anche nelle aree più svantaggiate;
- proporre modelli di assistenza validi, autorevoli ed efficaci e, non ultimo, maggiormente sostenibili, per pazienti cronici, fragili o anziani;
- riorganizzare il servizio di assistenza dell’emergenza-urgenza, con risorse a distanza, laddove possibile;
- aumentare l’accessibilità dei servizi socio-sanitari;
- rispondere a bisogni di tempestività e a calamità o emergenze sanitarie, come la pandemia.
Dunque, un sistema sanitario moderno non può assolutamente prescindere dalla telemedicina e dalla sanità digitale. Un’esigenza già delineata decenni fa che, ora, si traduce in un bisogno concreto a cui dare risposte sempre più concrete.
Esempi di telemedicina
Entriamo nel vivo, tornando ai nostri giorni e facendo degli esempi di telemedicina.
Televisita e teleconsulto, videoconsulto con lo specialista, supporto psicologico a distanza, teleriabilitazione oncologica, fisioterapia a distanza, questi sono solo alcuni esempi
Cosa è necessario? Il quid in più è proprio in questa risposta: nulla che non sia di uso comune, come un PC dotato di videocamera, una buona connessione internet, microfono e cuffie.
Certamente, è bene per il paziente affidarsi a piattaforme specializzate nei teleconsulti medici, nel totale rispetto della privacy e, quando possibile, in accordo con lo specialista, utilizzare anche dispositivi digitali o elettronici per la misurazione di vari parametri, il tutto da remoto, restando a casa.
Attraverso un videoconsulto o un teleconsulto, il paziente può esporre la propria condizione ed essere seguito con facilità anche nel tempo, recandosi in studio solo se necessario.
I vantaggi della telemedicina per i pazienti cronici
Certamente, la telemedicina rappresenta un vantaggio per tutti, ma sono in primis i pazienti cronici a sfruttarne al massimo le potenzialità, migliorando anche la propria qualità di vita con una maggiore aderenza alle terapie.
E i pazienti cronici sono tutt’altro che pochi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, nel mondo si contano milioni di pazienti con disturbi cardiovascolari (con oltre 17mila morti all’anno), pazienti con malattie respiratorie croniche (con 4 milioni di decessi) e altrettanti diabetici.
Se non trattate adeguatamente, queste patologie portano a gravi complicazioni, sino alla morte. I numeri, purtroppo, parlano chiaro. Anche le statistiche devono metterci in allarme: pensando, ad esempio, a un “male comune” come l’ipertensione arteriosa, l’OMS ha riscontrato un incremento di casi. Nel 2000 a soffrirne erano circa 1 miliardo di persone over 20 anni (25% della popolazione mondiale); nel 2025 ne soffriranno mediamente 1,5 miliardi, ben il 30% della popolazione. Le conseguenze? Disturbi cardiovascolari e non solo.
In questo scenario, la prevenzione e l’attenzione alla salute possono e devono fare la differenza. La telemedicina, con tutte le sue sfumature digitali, rappresenta la direzione da seguire.
L’ambizione è quella di vedere il formarsi di una rete integrata ospedale-azienda privata in cui tutti gli stakeholder scendano in campo, ciascuno con le proprie competenze, per studiare e proporre modelli vincenti.
Quali sono le necessità legate alla telemedicina?
Come sempre, quando si parla di innovazione, non si può prescindere dalla necessità di una nuova visione, di una forma mentis che cambia. Dunque, assolutamente necessari sono:
- i percorsi formativi per medici e personale sanitario, per l’utilizzo di nuove funzionalità;
- un nuovo approccio ai canali di divulgazione medico-scientifica, spesso integrati alle piattaforme di software, per l’educazione sanitaria online;
- l’aggiornamento costante dei medici di famiglia;
- la fornitura di device adatti.
In questo modo, si potrà:
- pensare a interventi immediati e precoci;
- ridurre le visite in studio e i giorni di degenza in ospedale;
- ridurre il costo della cura del paziente.
Nell’epoca dell’internet delle cose, inter-comunicare è sicuramente più semplice e possibile. Dunque, restare immobili e rinunciare a un miglioramento del servizio sanitario (pubblico e privato), attraverso la formazione e l’apertura a nuovi progetti, non è più possibile.
Non resta che abbracciare questa innovazione, seguendo il desiderio di “sperimentazione continua”, nato pre-pandemia, alimentato da questo presente seppur difficile, in un’ottica di crescita e cambiamento.
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In collaborazione con pazienti.it
FONTI:
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2129_allegato.pdf
https://www.salute.gov.it/portale/temi/documenti/investimenti/84.pdf