L’avvento della pandemia ha avuto un impatto notevole su tutta la popolazione mondiale.
Dopo più di due anni dalla diffusione del Covid-19 molte istituzioni nazionali e internazionali stanno portando avanti indagini e ricerche volte a comprenderne gli effetti economici, sociali e psicologici.
L’attenzione degli esperti si è rivolta (e continua ad esserlo) anche ai più giovani, in particolare sull’impatto che il lockdown e le conseguenti restrizioni sociali hanno avuto sulla loro salute mentale.
Cerchiamo di capire di più.
Cosa dicono gli ultimi dati?
Il rapporto “The State of the World’s Children 2021: On My Mind” pubblicato dall’Unicef nell’ottobre 2021, segnalava che circa nove milioni di adolescenti europei con un’età compresa tra i 10 e i 19 anni soffriva di disturbi mentali, ansia e depressione.
Inoltre, il suicidio risultava essere la seconda causa di morte tra i ragazzi dai 10 ai 19 anni di età.
In questo scenario, dunque, si può collocare la volontà di approfondire i rischi e gli effetti che il Covid-19 e le conseguenti misure di restrizione messe in atto dai governi per contenerlo hanno avuto sulla salute mentale di bambini e adolescenti.
In tal senso, secondo l’ultimo report della Commissione Europea, basato sul periodo Marzo 2020-Marzo 2022, le misure di contenimento che hanno portato alla chiusura delle scuole e alla sospensione delle attività ricreative e sociali, così come l’isolamento che ne è derivato, hanno avuto un impatto significativo sul benessere mentale dei più giovani.
Le analisi in Italia
In Italia, più di 90 esperti che hanno lavorato con bambini e adolescenti durante la pandemia e che sono stati interpellati attraverso vari focus group nel periodo settembre-novembre 2021, per prendere parte all’indagine realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, volta a comprendere gli effetti della pandemia e delle misure governative sul neurosviluppo e sulla salute mentale delle persone di minore età, hanno segnalato:
- un aumento della fragilità emotiva;
- un peggioramento dei disturbi nelle persone che già ne soffrivano;
- un esordio di disturbi mentali nei soggetti vulnerabili (ad esempio, minorenni con disagio fisico, sociale, culturale ecc.) o in soggetti sani.
Soprattutto tra gli adolescenti, i disagi più diffusi hanno riguardato:
- cambiamenti del ciclo sonno-veglia;
- incapacità di controllare gli impulsi;
- ideazioni suicida, tentato suicidio e suicidio;
- disturbi del comportamento alimentare;
- difficoltà emotive e cognitive;
- difficoltà a scuola;
- crescita dei casi di abbandono scolastico;
- aumento delle richieste di aiuto per l’uso di sostanze psicoattive, alcol e cannabinoidi.
Tutto questo, insieme all’aumento delle richieste di supporto da parte di professionisti, ha evidenziato la presenza di un’emergenza riguardante la salute mentale.
Inoltre, il report dell’ISS ha sottolineato che durante la pandemia si è registrato un aumento delle disuguaglianze sociali tra bambini, adolescenti e in generale, tra le famiglie italiane.
Si sono acuite anche le differenze sui servizi psicologici, neuroinfantili, consultoriali, educativi e di accoglienza nei diversi territori della penisola.
Infine, nell’indagine è emerso che le difficoltà legate al neurosviluppo e alla salute mentale, se non affrontate, rischiano di diventare croniche.
Ecco perché delle azioni concrete su più livelli risultano necessarie.
Come prendersi cura della salute mentale dei più giovani? Le raccomandazioni
Il report “The State od the World’s Children 2021” del 2021 ha rimarcato che potrebbe volerci del tempo per valutare l’impatto della pandemia sulla salute mentale e che sono moltissimi i fattori e le circostanze che possono influire su quest’ultima, specialmente per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti.
Infatti, già prima del Covid-19 il disagio mentale tra i più giovani era diffuso.
Le raccomandazioni fornite dall’Unicef per prendersi cura dei bambini e degli adolescenti si basano principalmente sulla:
- promozione del benessere mentale per tutti i bambini;
- protezione della salute mentale dei bambini vulnerabili;
- cura e assistenza dei bambini in difficoltà.
Tra le azioni suggerite ai governi, alle istituzioni, alle scuole e agli attori coinvolti in Europa, presenti nel rapporto dell’Unicef, si possono menzionare:
- realizzazione di investimenti volti a supportare la salute mentale;
- rimozione dello stigma su questo tema e sensibilizzazione dei bambini e dei giovani sulla salute mentale;
- supporto effettivo ai familiari e ai caregivers;
- fare in modo che la scuola sia promotrice di iniziative e programmi sulla salute mentale;
- prevenzione dei suicidi attraverso la collaborazione tra scuola, famiglia e operatori sanitari;
- miglioramento delle ricerche, dei dati e delle statistiche sul tema della salute mentale.
Da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, invece, si è evidenziata l’importanza di accogliere a livello politico ed istituzionale le esigenze dei bambini e dei ragazzi. Nell’indagine “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi” pubblicata nel maggio 2022 è emersa anche l’importanza:
- del sostegno allo sviluppo psicologico e sociale nei diversi range di età presenti;
- della centralità del minorenne nella comunità sociale ed educativa;
- del ruolo del gruppo nella crescita dei bambini e dei ragazzi e della crucialità di infondere fiducia affinché ognuno possa sentirsi integrato;
- del supporto alle attività in cui i ragazzi possano acquisire sicurezza in sé stessi;
- della promozione del dialogo tra diverse generazioni;
- di maggiori collegamenti e comunicazione tra scuola, ospedali e territori;
- di maggiori investimenti nelle nuove tecnologie da utilizzare in ambito sanitario;
- di risposte integrate tra le strutture ospedalieri volte a contrastare le differenze tra regioni.
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Fonti
https://www.unicef.org/eu/reports/state-worlds-children-2021
https://www.epicentro.iss.it/mentale/documento-agia-iss-2022
https://www.garanteinfanzia.org/salute-mentale-minorenni-pandemia-rischio-cronici
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