Nelle statistiche internazionali è raro vederci classificati tra i primi paesi al mondo. Ma per quanto riguarda la pressione fiscale, l’Italia è sul gradino più alto. Con il 54 % della pressione fiscale effettiva, quella riferita al Pil emerso, il nostro Paese conquista nel 2013 il record della tassazione fra le economie sviluppate[1].
Il fisco è al centro del dibattito pubblico italiano e in molti sono alla ricerca di soluzioni volte alla riduzione della pressione fiscale.
Lo stato, per incentivare determinate tipologie di acquisti e investimenti, offre già numerose agevolazioni fiscali che permettono di ridurre la pressione del fisco su chi ne usufruisce.
In questo post proviamo a capire quanto si riesce a pagare meno tasse grazie alle agevolazioni fiscali rivolte a chi decide di aprirsi un fondo pensione.
Agevolazioni che i recenti governi non hanno mai ritoccato al ribasso, confermando la volontà di favorire ed incoraggiare chi opta per questo investimento sul proprio futuro.
Ma andiamo al sodo e facciamo degli esempi.
Esempio 1:
Quanto paga in meno di tasse Mario che ha 55 anni?
Mario guadagna 40.000€ annui, apre un fondo pensione aperto e versa 3.000€ annui fino al raggiungimento della pensione a 65 anni.
Il suo risparmio fiscale sarà di 1.160 euro all’anno. Sono tasse risparmiate e allo stesso tempo investite in un fondo pensione che offre dei rendimenti.
Se dovesse decidere di versare maggiormente, in seguito ad un aumento dello stipendio ad esempio, i suo risparmi fiscali potrebbero arrivare fino ad un massimo di 2.220€ annui.
Esempio 2:
Quanto paga in meno di tasse Laura, che ha 30 anni?
Laura guadagna 30.000€ annui. Decide di aprire un PIP (piano pensionistico individuale) e di versare 100€ al mese, 1.200€ annui quindi.
Già dal primo anno paga 456€ di tasse in meno. Sono tasse risparmiate e allo stesso tempo investite in un fondo pensione che offre dei rendimenti.
Nella nostra ipotesi continua a versare nel tempo il 4% del suo reddito che aumenta fino a 60.000€ annui. Ma se dovesse decidere di versare maggiormente i suo risparmi fiscali potrebbero arrivare fino ad un massimo di 2.220€ annui.
Ma quali sono nel dettaglio i vantaggi fiscali che offre la previdenza complementare?
1) Deducibilità fiscale annua fino a 5.164,57 euro sui versamenti effettuati (Ad esempio, per le polizze vita si parla di detrazione ed è stata abbassata dagli ultimi interventi governativi, dagli attuali 1.291,14 euro a 630 euro per il periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013, per scendere ancora a 530 euro dal periodo d’imposta 2014);
2) Tassazione sui rendimenti al 20% con eccezione dei titoli pubblici ed equiparati i cui rendimenti restano tassati al 12,5%;
3) Assenza dell’imposta di bollo
I prodotti previdenziali (Fondi Pensione Aperti e Piani Individuali Previdenziali) non rientrano nel perimetro dei prodotti finanziari ed assicurativi per i quali è dovuto il pagamento dell’imposta di bollo. Ciò è contenuto nel nuovo decreto del Ministero dell’Economia e delle finanze del 24 maggio 2012. Di conseguenza i prodotti previdenziali risultano favoriti rispetto ad altri prodotti colpiti da tale imposta.
4) In fase di prestazione, tassazione dal 9% al 15%
La permanenza protratta nel tempo ai FP aperti viene premiata con una riduzione dell’aliquota del 15% dello 0,30% per ogni anno successivo al 15°. Lo “sconto” può arrivare fino al massimo del 6% (quindi ad un’aliquota del 9%): un’evidente convenienza fiscale a seguito di una duratura permanenza nel Fondo.
Per capire come sfruttare al meglio un fondo pensione, leggi la nostra rapida guida all’utilizzo, mentre per approfondimenti sui vantaggi fiscali ti consigliamo di leggere questo post.
[1] Ufficio Studi Confcommercio Il Sole 24 Ore – leggi su http://24o.it/ZJ7IQ