Gli strumenti previdenziali offrono la possibilità di scegliere fra diverse strategie di investimento e di modificare il mix nel corso del tempo. Ecco come sfruttarla.
Libertà di scegliere il tipo di investimento più adatto alle proprie caratteristiche, e di modificarlo nel corso del tempo: anche la previdenza complementare tiene conto di questa, giustissima, esigenza dei risparmiatori.
La maggior parte dei fondi pensione hanno infatti adottato una formula, chiamata multicomparto, che consiste nel riunire, in un unico strumento, diverse strategie di investimento. I singoli aderenti ai fondi possono dunque scegliere fra diverse opzioni per quanto riguarda il tipo di investimento. La struttura più semplice e comune prevede: un comparto azionario, che investe cioè, in misura rilevante, in azioni e quindi presenta un profilo di rischio medio-alto ma anche, nel lungo termine, maggiori prospettive di rendimento; un comparto o linea di investimento obbligazionaria, indirizzata all’investimento in titoli di Stato e obbligazioni, con un livello di rischio più contenuto; e una garantita, che prevede cioè una garanzia relativa al rendimento (con una rivalutazione minima) o al capitale (che non potrà essere inferiore a quanto versato).
Questa struttura consente ai singoli aderenti al fondo pensione di trovare la soluzione di investimento più adatta alle loro caratteristiche, in particolare per quanto riguarda l’attitudine al rischio, e all’età, anche in funzione degli anni che mancano al suo pensionamento. Ciascuno può dunque realizzare una diversificazione iniziale tra le diverse linee, per trovare il giusto mix con cui partire, e può adattarlo, nel tempo, alle mutate esigenze.
I lavoratori più giovani possono infatti approfittare delle maggiori opportunità di rendimento che caratterizzano le linee azionarie, ma via via che si avvicina il pensionamento è consigliabile “mettere al sicuro” il capitale accumulato, magari utilizzando il comparto di investimento garantito.
I prodotti previdenziali più completi offrono il cosiddetto “life cycle”, ciclo della vita. Si tratta di un programma previdenziale che, seguendo il passare degli anni, accompagna gli iscritti fino alla pensione, modificando gli investimenti man mano che ci si avvicina al traguardo. Il life cycle prevede infatti una riallocazione automatica e progressiva dell’investimento, in modo che il livello di rischio del portafoglio si adegui, decrescendo nel tempo, all’età dell’iscritto. A un periodo finalizzato alla crescita graduale e costante dell’investimento, segue cioè una fase di riduzione del rischio, e di consolidamento, in modo da preservare tutto quanto si è accantonato, via via che il giorno della pensione si fa più vicino.
Accanto a questa evoluzione programmata dell’investimento, poi, esiste anche la possibilità di modificare liberamente il proprio investimento, trasferendolo, del tutto o in parte, da un comparto all’altro. È un’opportunità importante per mantenere sempre un livello di rischio/rendimento adeguato alle proprie aspettative ed esigenze, ma che va utilizzata con la massima cautela.
I fondi pensione infatti sono prodotti previdenziali, e quindi, per definizione, di lungo periodo: non sono adatti a cavalcare i mercati nel breve periodo, e non è consigliabile modificare troppo frequentemente la propria strategia.
Ciò premesso, la possibilità di passare da un comparto all’altro non va nemmeno trascurata o ignorata: per esempio, incrementando la quota di investimento azionario quando questo tipo di investimento mostra maggiori opportunità di crescita. Allo stesso modo, chi ha investito molto sui mercati azionari in periodi positivi può consolidare quanto guadagnato, mettendolo al sicuro in un comparto con un livello di rischio minore.