L’Economist ha dedicato un’intera sezione del suo giornale alle spiegazioni. Quali? Tutte. Spiegazioni su tutto. Dall’efficacia dei cibi senza glutine a come funziona un Califfato Islamico.
Dato che spesso sulle pagine di questo blog scriviamo di come la vita si stia allungando, abbiamo ritenuto interessante tradurre l’articolo/spiegazione “How to live forever” che vuole offrire chiarimenti su un tema che sembra più appartenere a qualche libro di fantascienza che alla vita reale: come vivere per sempre?
(Leggi qui l’articolo originale)
— Jeanne Calment (nella foto), che ha vissuto 122 anni e 164 giorni (più di ogni altra persona al mondo), affermava che il segreto della sua longevità fosse una dieta ricca di olio di oliva, Porto (si, il liquore) e cioccolato. Inoltre ha fumato fino ai 117 anni. Alexander Imich, che è stato l’uomo più vecchio del mondo (111 anni) diceva di non aver nessun segreto. A chi gli chiedeva come avesse fatto a vivere così a lungo rispondeva: “Non lo so, semplicemente non sono morto presto”.
Gli scienziati sono alla ricerca di ragioni più plausibili ed oggettive sul perché alcune persone vivono più a lungo di altre. Molti credono che i geni dei centenari come Jeanne e Alexander siano la chiave. Ed alcuni sono convinti che la ricerca scientifica potrà un giorno rispondere positivamente alla domanda che ha affascinato gli uomini fin dai tempi di Erodoto: è possibile per gli umani vivere per sempre?
(…)
Il segreto è nei geni
Negli ultimi anni, molte delle ricerche svolte contro l’invecchiamento si sono focalizzate sui geni. La possibilità che una persona viva fino ad 80 anni si basa in gran parte sul suo comportamento – non fumare, mangiar sano e fare esercizio fisico – ma le possibilità di vivere più a lungo si basano largamente sulla genetica. Gli scienziati stanno cercando quindi i “geni protettivi” che rallentano il declino cellulare e scongiurano il manifestarsi di malattie in persone come Clament e Imich.
Se i ricercatori dovessero riuscire a trovarli si ipotizza che le case farmaceutiche possano sviluppare dei medicinali in grado di riprodurne gli effetti sulle persone che avrebbero altrimenti una durata delle vita normale. Questo potrebbe portarle all’età di Calment, che molti scienziati pensano sia il limite massimo della longevità umana.

Altri credono che per spingersi così lontano, il corpo umano debba essere trattato come una macchina che necessita di riparazione e pezzi di ricambio. La medicina rigenerativa offre qualche speranza in tal senso. Gli scienziati stanno utilizzando le cellule staminali per aumentare le “parti umane di ricambio”, come tessuti e organi. In teoria, una persona potrebbe continuare ad andare al “mercato dei ricambi”, finché il suo cervello rimane intatto. Gli scienziati sperano anche di curare malattie che rovinano l’attività celebrale, come l’Alzheimer e in Parkinson, grazie a cellule nervose di ricambio.
I più ottimisti sono conviti che la tecnologia potrà portarci tutti a vivere tranquillamente oltre i 122 anni di Calment. La maggioranza pensa però che questo orizzonte sia ancora molto lontano. La speranza più realistica è che la ricerca contro l’invecchiamento porterà ad un abbassamento dei costi sanitari. Una caratteristica delle persone molto anziane è che tendono ad essere sane proprio fino a poco prima il decesso. Quindi il costo in termini sanitarie di tali persone è molto inferiore a tutte le altre, specialmente rispetto a chi soffre di malattie croniche. Gli scienziati parlano quindi di un “dividendo di longevità” che si potrebbe ottenere comprimendo al minimo il periodo di malattia prima della fine della vita.
Questo potrebbe almeno cominciare a risolvere il paradosso che c’è alla base della richiesta di vita eterna: le persone vogliono vivere per sempre, ma non vogliono invecchiare. —
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Immagine di anteprima: Walk with a lifetime… di G.OZCAN