Il periodo storico in cui stiamo vivendo mette a dura prova l’equilibrio interiore di ognuno di noi a causa di stimoli continui, pressioni sociali, responsabilità lavorative e incertezze globali.
Per questo, coltivare il proprio benessere mentale è diventato essenziale: si tratta di imparare a prendersi cura della propria mente con la stessa attenzione che si riserva al corpo.
Ma da dove cominciare? Quali sono le abitudini che possono realmente fare la differenza nel quotidiano?
Il benessere mentale è una priorità globale
Questo concetto non è solo una sensazione diffusa: i dati confermano che il benessere mentale è oggi una delle sfide più rilevanti a livello mondiale.
Il Mind Health Report di AXA delinea una situazione chiara e, per certi versi, preoccupante: il 32% della popolazione globale dichiara di sperimentare disturbi legati alla benessere mentale. In altre parole, quasi una persona su tre vive con un carico psicologico che può interferire con la qualità della vita, le relazioni, il lavoro.
Il quadro diventa ancora più critico se ci si focalizza sui giovani: il 57% di chi ha tra i 18 e i 24 anni e il 53% dei 25/34enni si trova in una condizione di medio-forte difficoltà.
La sensazione è che le nuove generazioni, pur essendo più aperte a parlare di emozioni e vulnerabilità, siano anche maggiormente esposte a fattori di stress e instabilità.
Abitudini quotidiane per il benessere mentale
Esistono molte strategie semplici, accessibili e sostenibili per migliorare il nostro benessere mentale ogni giorno:
- allenare l’empatia: imparare a riconoscere le emozioni proprie e altrui, e provare a vedere le situazioni dal punto di vista dell’altro, aiuta a ridurre tensioni e incomprensioni nei rapporti quotidiani;
- imparare a rallentare: quando lo stress si intensifica, bisogna riconoscerlo e fermarsi. Che si tratti di un pomeriggio off o di qualche giorno lontano dal lavoro, i momenti di disconnessione sono parte integrante del prendersi cura di sé;
- salute del sonno: andare a dormire ad orari regolari, creare un ambiente rilassante in camera da letto, evitare caffeina e schermi nelle ore serali riescono a favorire un sonno riposante;
- evitare cattive abitudini: alcol e nicotina possono compromettere l’equilibrio psicologico e rendono più difficile gestire ansia e stress;
- concedersi momenti di pausa: è sempre buona cosa ritagliarsi spazi liberi nella giornata, dal momento che aiutano a ricaricarsi e a mantenere una buona energia mentale;
- fare meditazione: questa pratica, come anche la respirazione profonda o una passeggiata in silenzio, sono pratiche che possono aiutare a fare chiarezza tra pensieri e preoccupazioni;
- fare attività fisica: muoversi regolarmente fa bene anche all’umore. Bastano, infatti, 20/30 minuti di camminata a passo sostenuto, quattro o cinque volte a settimana, per impattare positivamente sull’umore;
- dieta sana: un’alimentazione bilanciata, fatta di verdura, frutta fresca, cereali integrali e grassi buoni (come quelli dell’olio d’oliva o del pesce azzurro), aiuta il benessere mentale;
- tenere la mente attiva: leggere, mettersi alla prova e scoprire cose nuove mantiene il cervello reattivo e contribuisce a una sensazione generale di vitalità.
Un dato interessante del Mind Health Report riguarda proprio l’uso delle tecnologie digitali: il 41% delle persone a livello globale cerca supporto per il proprio benessere mentale tramite siti web, social media e forum. La crescente diffusione di app e strumenti basati sull’intelligenza artificiale, in grado di offrire meditazioni guidate, tracciamento dell’umore o semplici consigli personalizzati, dimostra che c’è una richiesta reale di supporto accessibile e immediato.
È, però, importante ricordare che la tecnologia può essere uno strumento, non una soluzione definitiva. L’ascolto umano, la relazione autentica e la presenza consapevole restano insostituibili.
Benessere mentale e lavoro: il legame
Uno degli aspetti centrali emersi dal report riguarda il rapporto tra benessere mentale e lavoro: il 53% dei lavoratori globali sperimenta livelli di stress significativi.
Le cause sono molteplici:
- carichi eccessivi;
- orari rigidi;
- mancanza di riconoscimento;
- precarietà.
Eppure, solo il 47% delle aziende offre strumenti concreti per supportare il benessere psicologico dei collaboratori. Questo divario rappresenta non solo un problema, ma anche un’opportunità: le organizzazioni che investono nella benessere mentale dei propri dipendenti registrano maggiore soddisfazione, meno assenteismo e una cultura più inclusiva e produttiva.
Incorporare momenti di pausa reale, favorire un dialogo aperto, formare i manager alla gestione empatica dei team sono solo alcune delle azioni possibili: il benessere mentale non può più essere considerato un tema secondario.
L’idea che il benessere mentale sia un tema personale da gestire in silenzio è ormai superata: al contrario, ciò che funziona davvero è creare una cultura condivisa, dove le emozioni non siano viste come debolezze, ma come segnali da accogliere.
Questo cambiamento culturale passa anche attraverso l’informazione, l’esempio e la narrazione: parlare di benessere mentale con un linguaggio semplice, accessibile e positivo può aprire spazi di riflessione, ispirare piccole azioni quotidiane e contribuire a un clima sociale più sano.
Non esiste una formula magica per stare bene, ma ci sono piccoli gesti che è possibile fare ogni giorno per prendersi cura della propria mente. Creare una routine gentile, dedicare tempo all’ascolto, rallentare, riconoscere le emozioni senza giudizio: sono tutte pratiche che possono migliorare profondamente la nostra qualità di vita.
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Fonti