All’inizio di ogni stagione autunno-invernale, l’influenza torna a presentarsi puntuale con epidemie annuali in grado di diffondersi con grande facilità; solitamente, l’inizio della primavera segna poi la decrescita della curva epidemica.
Caratteristica peculiare dei virus influenzali è la loro capacità di variare e dunque di aggirare la barriera che la popolazione ha acquisito durante le infezioni precedenti: ecco perché, con ogni nuovo anno, le epidemie influenzali bussano nuovamente alle nostre porte.
L’influenza è contagiosa e si trasmette facilmente tra gli individui per via aerea, attraverso le goccioline di saliva, la tosse e gli starnuti, oppure anche in via indiretta, toccando con le mani un oggetto che sia venuto in contatto con le secrezioni respiratorie di una persona già malata.
Il picco dell’attività dei virus influenzali nell’emisfero occidentale è solitamente raggiunto nei mesi invernali, e in particolare ad inizio febbraio; nelle altre stagioni, le epidemie influenzali possono verificarsi in casi sporadici, mentre la loro incidenza è del tutto trascurabile durante l’estate.
Ogni persona può contrarre l’influenza più volte nel corso della propria esistenza, indipendentemente dall’età o dal proprio stile di vita; in condizioni normali, una persona che abbia contratto l’influenza non deve seguire nessun particolare protocollo e guarirà entro una decina di giorni massimo.
Tuttavia, in alcune fasce di popolazione, e in particolare nei bambini piccoli, negli over 65 e nei soggetti con condizioni di rischio pregresse (malattie immunitarie o cardiovascolari e diabete, ad esempio), l’influenza può anche manifestarsi in forma grave.
L’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) stima che ogni anno in tutta Europa vi siano tra i 4 e i 50 milioni di casi influenzali.
In Italia, ad esempio, il Ministero della Salute diffonde ogni anno una Circolare contenente indicazioni per la “prevenzione e controllo dell’influenza” e “raccomandazioni” per la stagione in atto, che include attività di sorveglianza e prevenzione.
Riconoscere l’influenza stagionale
Febbre alta, tosse, raffreddore, dolori muscolari, brividi, mal di gola… ecco alcuni dei sintomi che conosciamo tutti molto bene e che spesso rappresentano il primo campanello d’allarme di una sopraggiunta influenza.
Caratteristica di questi sintomi è inoltre la loro insorgenza improvvisa.
In altri casi l’influenza può manifestarsi con mal di testa, perdita di appetito, affaticamento ma anche, soprattutto nei bambini, con vomito e diarrea.
Il periodo di incubazione dell’influenza è di circa 2 giorni (che possono variare da 1 a 4) e la trasmissibilità copre un periodo che va dal giorno precedente alla comparsa dei sintomi ai circa 5 giorni successivi, con una maggiore contagiosità per i bambini e coloro che hanno un sistema immunitario debole.
Poiché non è possibile prevedere l’andamento della stagione influenzale, ogni anno, in Italia, il Ministero della salute effettua una sorveglianza integrata dell’influenza (Rete Influnet) che prevede la rilevazione delle sindromi simil-influenzali attraverso una rete di medici sentinella; inoltre, da più di 10 anni, nel nostro paese è attivo un monitoraggio dell’andamento delle forme gravi e complicate di influenza confermate in laboratorio.
Come già accaduto in passato, anche quest’anno non sarà possibile distinguere i sintomi di una normale influenza da quelli del Covid, a meno di non sottoporsi ad uno specifico tampone.
Tuttavia, quello che sicuramente può caratterizzare l’influenza stagionale è la concomitanza di questi tre fattori: l’inizio brusco della febbre, la presenza di almeno un sintomo generale e di almeno un sintomo respiratorio.
Le temperature miti di quest’anno non hanno ancora consentito ai virus influenzali di raggiungere la soglia epidemica; il Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure primarie (SIMG), Claudio Cricelli, ha dunque sottolineato come l’influenza 2022 comincerà con buona probabilità a diffondersi con i primi bruschi cali di temperatura, presumibilmente nel mese di novembre.
Come rimediare all’influenza stagionale
Anche se la maggior parte delle persone guarisce spontaneamente dall’influenza in un lasso di tempo che va dai 7 ai 10 giorni, abbiamo visto che vi sono ampie fasce di popolazione più rischio; diventa dunque importante, sia per la propria salute che per la tutela di quella pubblica, adottare alcuni semplici accorgimenti che possono aiutarci nel ridurre il rischio di contrarre e diffondere il virus influenzale.
Oltre alle azioni preventive è consigliato di:
- Lavare spesso e accuratamente le mani (questo è, ad oggi, il gesto tra i più efficaci riconosciuti dall’OMS per controllare le infezioni anche negli Ospedali)
- Coprire naso e bocca con un fazzoletto in caso di tosse o starnuti
- Evitare di toccarsi il viso (occhi, naso e bocca) quando le mani non sono pulite
- In caso di sintomi, rimanere a casa per limitare il contatto con altri individui (ma anche per ridurre il rischio di complicazioni e infezioni concomitanti)
- Evitare il contatto con persone malate, mantenendo un distanziamento di almeno 1 metro; qualora sia impossibile, ridurre il tempo di contatto
- Indossare mascherine chirurgiche o evitare luoghi affollati.
Vi sono poi tutta una serie di semplici abitudini quotidiane che, rafforzando il nostro sistema immunitario, ci regaleranno benessere e salute:
- Curare con la dovuta attenzione la nostra alimentazione, introducendo cibi di stagione e privilegiando frutta e verdura in abbondanza (leggi questo articolo per scoprire quali sono i cibi autunnali che aumentano le difese immunitarie)
- Concedersi un riposante sonno notturno, adeguato alle nostre necessità personali, di età e di stile di vita
- Imparare a ridurre i livelli di stress, ad esempio facendo attività piacevoli che riescano a ‘depurarci’ dopo un’intensa e faticosa giornata di lavoro
- Non abusare di antibiotici, che impoveriscono la flora batterica e rischiano di generare una pericolosa antibiotico-resistenza
- Idratarsi adeguatamente, prendendo la buona abitudine di individuare un numero minimo di bicchieri d’acqua da consumare giornalmente
- Praticare attività fisica commisurata alle nostre necessità, vincendo la pigrizia e rinunciando ad hobby eccessivamente sedentari
- Mantenere il proprio peso corporeo, senza andare incontro agli sbalzi di peso eccessivi (legati ad esempio al periodo delle feste)
- Non fumare e limitare il consumo di alcol.
A tutte queste buone abitudini quotidiane possiamo poi unire i più comuni rimedi naturali per far fronte all’influenza e a molti dei suoi sintomi più tipici, in particolare il raffreddore o il mal di gola; questi rimedi derivano perlopiù dalla medicina popolare e dalla fitoterapia e consistono nell’utilizzo, sotto forma di tisane o integratori, di erbe e piante quali:
- eucalipto
- echinacea
- propoli
- rosa canina
- fiori di tiglio.
Tra i rimedi naturali più diffusi e comuni possiamo citare invece i probiotici naturali, che rafforzano la flora batterica intestinale, e gli oli essenziali, da massaggiare sul petto o da inalare con i suffumigi; evergreen sono poi i classici rimedi della nonna, che vanno dal consumo di brodo di pollo ai gargarismi con acqua salata o limone, senza dimenticare le irrigazioni nasali.
La raccomandazione rimane sempre quella di rivolgersi al proprio medico specialista per una diagnosi accurata e un percorso di cura studiato.
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In collaborazione con pazienti.it
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