Definizione semplice
Ogni giorno, più volte al giorno, dobbiamo prendere decisioni che ci consentono di affrontare situazioni diverse, dalle più banali, come il fare colazione con caffè e cornetto o con spremuta e tramezzino, a quelle maggiormente rilevanti, come ad esempio la scelta di un prodotto finanziario o previdenziale.
Quando ci troviamo a dover prendere una decisione dobbiamo considerare e integrare una notevole quantità di informazioni per far sì di poter generare sia delle alternative di scelta che delle strategie di pensiero più consone alla decisione.
Decidere significa, quindi, pervenire a un giudizio definitivo, dopo aver ponderato una serie di possibili opzioni alternative. Il prendere decisioni è quindi un processo cognitivo che viene sviluppato dalla mente umana in maniera più o meno pianificata; da qui la differenza tra scelte automatiche, effettuate grazie alla messa in atto di procedure già sperimentate (definite “euristiche” o regole del pollice) e scelte ponderate basate invece su regole, giudizio analitico, attività dell’intelletto e livello culturale.
Gli studi di previdenza comportamentale osservano le necessità e le motivazioni che spingono le persone ad effettuare delle scelte piuttosto che altre e analizzano i processi decisionali in ambito pensionistico.
Descrizione tecnica
La previdenza comportamentale può essere definita come lo studio delle decisioni previdenziali degli agenti economici attraverso gli strumenti offerti dalla psicologia cognitiva e dalla neuroeconomia. I modelli ipotizzati assumono come punto di partenza la limitata razionalità dei risparmiatori nelle scelte di lungo periodo.
L’applicazione dei modelli all’architettura delle scelte di investitori, istituzioni ed enti previdenziali contribuisce a favorire le decisioni degli agenti economici sul futuro pensionistico.