Definizione semplice
Il piano di accumulo non è altro che un semplice salvadanaio nel quale ognuno di noi quando può (o quando deve) accantona i propri risparmi magari per un obiettivo specifico (es. settimana bianca) o per avere un cuscino di sicurezza (per il futuro dei figli).
Le soluzioni sul mercato finanziario sono molte (PAC in fondi comuni, polizze a premi ricorrenti, fondi pensione); l’unica che abbia uno specifico obiettivo definito per legge (cosiddetto prodotto finalizzato) è il fondo pensione complementare.
Ed in effetti il fondo pensione contiene la caratteristica fondamentale del versamento periodico e quindi diluito nel tempo.
Il fondo pensione riceve così periodicamente i contributi di tutti gli aderenti e periodicamente li investe (ovviamente secondo tecniche finanziarie evolute). Potremmo affermare con un po’ di enfasi che il fondo pensione è di fatto un PAC al quadrato.
Descrizione tecnica
L’unica definizione certificata da un organo di vigilanza è contenuta nel Regolamento di Banca d’Italia sulla Gestione Collettiva del Risparmio del 14 aprile 2005. Banca d’Italia definisce il PAC come una modalità di sottoscrizione di Fondi comuni di investimento (o più in generale OICR) che “consente al sottoscrittore di ripartire nel tempo l’investimento nel Fondo”. Naturalmente la definizione di Banca d’Italia è limitata all’ambito della normativa di competenza. E’ evidente che un PAC può riferirsi a qualsiasi strumento di investimento (polizze, certificati ecc.). Esiste un’ampia letteratura sul tema, rapidamente accessibile presso tutti i motori di ricerca sulla rete.
La caratteristica genetica saliente e unificante tutte le tipologie di forme di investimento è contenuta nella frase “ripartire nel tempo”.
Quindi la possibilità per il risparmiatore di investire importi frazionati temporalmente è la discriminante fondamentale.
La ripartizione temporale e gli effetti economici conseguenti, sono stati lungamente osservati dagli operatori economici ma, ancor oggi, non esiste prova scientificamente attendibile che l’investimento in PAC piuttosto che in un unico versamento (cosiddetto PIC) sia sempre economicamente più conveniente in quanto soluzione che attenui i rischi ed enfatizzi il ritorno sull’investimento.