Quando si parla di carenza nel linguaggio delle assicurazioni si intende il periodo di tempo compreso tra la data in cui firmiamo una polizza e quella in cui risultiamo a tutti gli effetti assicurati. Si tratta di una clausola presente di molti contratti di assicurazione e serve ad evitare che una persona stipuli una polizza essendo già a conoscenza di un problema da affrontare. Generalmente la carenza ha una durata di tre mesi a partire dalla data in cui si stipula il contratto.
Il periodo di carenza (anche chiamato aspettativa) è sempre previsto nelle polizze di assicurazione vita, in quelle per infortunio e malattia, nelle polizze per la responsabilità civile professionale e per la tutela giudiziaria.
Ci sono dei casi in cui il periodo di carenza non è previsto ad esempio quello dell’infortunio che, per sua natura, è un evento improvviso e non prevedibile. Pertanto, le spese sostenute per il ricovero o per l’intervento chirurgico sono rimborsate anche se l’evento è avvenuto subito dopo la decorrenza della polizza. Il periodo di carenza può anche arrivare a un anno o due, soprattutto per le polizze che coprono costi di tipo legale.
Nel caso delle polizze vita e malattia, il periodo di latenza può variare da 30 giorni a sei mesi. Una carenza lunga sei mesi viene giustificata dal fatto che le compagnie assicurative possono richiedere una serie di visite mediche prima di rendere effettivo il contratto.
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