Moltissimi ventenni di oggi svolgono lavori flessibili, spesso come collaboratori esterni, non sono assunti stabilmente dai loro datori di lavoro ma svolgono la prestazione in modo temporaneo e senza continuità.
Infatti, in Italia, i lavoratori stabili con un contratto a tempo indeterminato sono solo il 53% [1]. Tutti gli altri sono lavoratori flessibili o liberi professionisti.
Secondo i dati Istat del 2012 i giovani under 24 con contratti a tempo determinato sono 2,8 milioni[2], mentre i dati 2012 della CGIA di Mestre definiscono in 3.315.580 unità il numero totale di precari italiani.[3]
Qual è la prospettiva pensionistica per questa generazione di giovani ragazze e ragazzi italiani? La risposta varia in base alla situazione particolare di ognuno di loro, ma siamo in grado di fare un esempio che ricalchi in generale quello che si possono attendere.
Giorgio ha 26 anni, nel 2013 ha cominciato a lavorare con un contratto di collaborazione parasubordinato nel settore privato.
Il suo primo reddito annuo sarà di 20.000 euro lordi.
Come e quando potrà andare in pensione?
Età al pensionamento | 67 anni |
Anno di pensionamento | 2054 |
Anzianità contributiva (anni in cui ha lavorato e versato i contributi all’INPS) | 41 anni |
Sistema di calcolo della pensione | Sistema contributivo |
Ultimo reddito lordo prima della pensione | 45.000[4] |
Pensione pubblica annua lorda | 27.000 (circa 1500 euro netti per 13 mensilità) |
Gap (differenza tra ultimo reddito e pensione ricevuta) | 40% |
Il dato del gap, 40%, è quello su cui porre l’attenzione. Il giorno in cui Giorgio andrà in pensione, potrebbe trovarsi improvvisamente con il 40% in meno di reddito, mentre è sempre più necessario garantirsi un reddito adeguato per sostenere l’allungamento dell’aspettativa di vita combinato con la necessità dell’autosufficienza e con il desiderio di vivere una vecchiaia attiva. (ne abbiamo parlato qui)
Prova a calcolare il tuo gap utilizzando uno dei numerosi motori di calcolo online.
[1] Il sorpasso dei precari, è scomparso il posto fisso – La Repubblica.it
[2] Giovani e disoccupati. E i precari sono 2,8 milioni – Europa.it
[3] CGIA Mestre
[4] Ipotizzando una carriera che aumenti il reddito del 2% l’anno