Carenza di ferro: quali possono essere le cause e le conseguenze?
Benessere

Carenza di ferro: quali possono essere le cause e le conseguenze?

Carenza di ferro: da cosa dipende? Ecco le principali cause dell’anemia sideropenica e le possibili conseguenze di un livello di ferro basso nell’organismo.

Il ferro è una sostanza vitale per il corpo umano. Una carenza di questo prezioso elemento causa l’anemia sideropenica, una patologia che a lungo andare può comportare sintomi sempre più intensi e invalidanti della qualità di vita.

Anche dei valori di ferro troppo alti, però, possono rivelarsi nocivi per l’apparato gastrointestinale, cardiovascolare e per il sistema nervoso centrale.

In condizioni normali, l’organismo riesce ad assimilare la giusta quantità di ferro dagli alimenti, eliminando gli eccessi mediante urine, feci, sudore e attraverso la rigenerazione cellulare. Quando si verifica un’alterazione dei valori del ferro, è fondamentale comprendere la causa alla base dello squilibrio, per poter ripristinare i livelli ottimali, eventualmente con il supporto di un integratore.

Il ferro è l’unico minerale che non va mai assunto senza controllo medico: gli integratori di questa sostanza devono essere specificamente prescritti da uno specialista.

Che cosa è il ferro?

Il ferro è una delle sostanze che permette al corpo umano di funzionare in maniera corretta.

La sua funzione è davvero preziosa: questo minerale, infatti, compone l’emoglobina (la proteina contenuta nei globuli rossi), che ha il compito di ossigenare organi e tessuti. Il ferro ha anche altri compiti, ugualmente importanti, ad esempio, è indispensabile per la sintesi di alcuni enzimi.

I valori ottimali del ferro variano in base al sesso e all’età.

Il ferro è contenuto in tanti alimenti che sono tutti i giorni sulle nostre tavole.

Un’alimentazione sana e bilanciata è un’ottima strategia per prevenire l’anemia sideropenica e assicurare al proprio organismo una buona riserva di ferro. 

Quando si parla di ferro, occorre distinguere tra ferro emico e non emico. Quello emico è la tipologia più facile da assorbire e si trova per lo più in alimenti di origine animale. Poiché una dieta troppo ricca di proteine animali può favorire il colesterolo, è sempre meglio non esagerare con questi cibi e distribuirli durante la settimana, in alternanza a carboidrati e vitamine.

Tra gli alimenti di origine animale ricchi di ferro troviamo:

  • fegato;
  • frattaglie;
  • carne di maiale;
  • carne bovina;
  • carne di cavallo;
  • pollo;
  • tacchino;
  • faraona;
  • frutti di mare;
  • sarde;
  • acciughe;
  • tonno;
  • baccalà;
  • trota.

Il ferro non emico, invece, è contenuto negli alimenti vegetali. Viene assorbito in quantità minore (circa il10%) ma può essere reso maggiormente assimilabile affiancandolo a cibi che contengono vitamina C, ad esempio condendo le verdure con succo di limone.

Gli alimenti vegetali più ricchi di ferro sono:

  • verdure a foglia verde;
  • lenticchie;
  • frutta secca;
  • fagioli;
  • ceci;
  • tofu;
  • pomodori;
  • peperoni;
  • cavoli;
  • broccoli;
  • kiwi;
  • uva.

Un altro cibo consigliato a chi soffre di anemia sideropenica è il cioccolato fondente, un alimento digeribile e particolarmente ricco di ferro.

Quali possono essere le cause della carenza di ferro?

Le cause che possono dare origine a una carenza di ferro possono essere diverse e molto varie.

Sicuramente, a far abbassare i livelli di ferro può contribuire un evento improvviso, come un’emorragia.

Vanno considerati come possibile causa, quindi, anche:

  • le ulcere;
  • le perdite di sangue dal naso;
  • le emorroidi;
  • le mestruazioni particolarmente abbondanti.

Alcune sostanze, come té e caffè, possono limitare la nostra capacità di assorbimento naturale del ferro. Questo può accadere anche a causa di alcuni farmaci, come antiacidi, antinfiammatori e antibiotici.

Come abbiamo visto, l’alimentazione è la prima fonte di assorbimento di ferro, per cui anche una dieta povera di carne e di pesce può essere considerata una causa dell’abbassamento dei livelli ottimali di ferro.

Allo stesso modo, anche una dieta troppo ricca di cereali integrali, crusca e fibre può comportare diarrea e problemi intestinali andando a influire sui livelli di ferro. Inoltre, alcune patologie causano una carenza importante di ferro, tra queste: tumori e malattie infiammatorie intestinali (come, colite ulcerosa, malattia di Crohn).

Anche la celiachia può compromettere la capacità dell’organismo di prelevare il necessario quantitativo di ferro dai cibi.

Infine, tra i possibili fattori che possono contribuire a una carenza di ferro, ci sono momenti di vita delicati (come gravidanza e allattamento) e stili di vita particolari (ad esempio se si praticano sport molto intensi).

Queste condizioni infatti aumentano la necessità di ferro dell’organismo.

Mancanza di ferro: cosa comporta?

Un basso livello di ferro provoca prima di tutto una riduzione del metabolismo energetico.

Per analizzare dettagliatamente tutta la sintomatologia causata dalla mancanza di ferro bisogna tenere presente le caratteristiche del paziente (età, sesso, condizione di salute generale) e anche quella della carenza (se cronica o acuta e di che durata). 

L’anemia è un processo lento e graduale, proprio per questo diagnosticarla in una fase iniziale è particolarmente complesso.

Nei primi tempi, infatti, il corpo tende ad adattarsi alla mancanza di ferro. Solo in un secondo momento iniziano i sintomi, che si aggravano poi con il trascorrere del tempo. La mancanza di un quantitativo ottimale di ferro porta:

  • affaticamento;
  • stanchezza;
  • accelerazione del battito;
  • pallore;
  • insonnia;
  • mal di testa;
  • mancanza di respiro e dolore toracico;
  • capogiri;
  • unghie e capelli fragili;
  • mancanza di appetito;
  • formicolio a mani e piedi;
  • sensazione di freddo a mani e piedi.

Anemia da carenza di ferro: di cosa si tratta?

La carenza di ferro può interessare sia donne che uomini, in ogni fascia di età, anche durante infanzia e adolescenza.

Si parla di anemia da carenza di ferro con i seguenti valori dell’emoglobina:

  • Donna: <12g/dl
  • Uomo: <13g/dl

Per diagnosticare l’anemia da carenza di ferro è fondamentale fare degli esami del sangue. Il medico valuterà così la quantità di emoglobina, la grandezza dei globuli rossi, le piastrine e il ferro.

Se, attraverso gli esami del sangue, viene accertata una carenza di ferro il medico dovrà prescrivere ulteriori indagini per comprendere le cause che l’hanno procurata

Se necessario, il medico potrebbe poi prescrivere un integratore, per via orale, a base di solfato ferroso, da assumere quotidianamente fino a che i valori del ferro saranno nuovamente nella norma.

Il tempo di guarigione varia da paziente a paziente e dipende anche dalla gravità dell’anemia. Questo tipo di integratori richiede un tempo di assunzione lungo, per poter scongiurare il rischio di ricadute. Potrebbero essere necessari anche sei mesi per ripristinare le riserve di ferro dell’organismo.

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Fonti

https://www.issalute.it/index.php/saluteaz-saz/f/301-ferro-nella-dieta

https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/anemia-da-carenza-di-ferro

https://www.humanitas.it/malattie/anemia-da-carenza-di-ferro-o-anemia-sideropenica/

https://www.paho.org/en/news/4-4-2020-who-guidance-helps-detect-iron-deficiency-and-protect-brain-development

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Pazienti.it
Scritto da:Pazienti.it

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