Nel 2012, lo stato italiano ha speso 255,2 miliardi di euro (+ 5,7 miliardi rispetto al 2011) per la spesa pensionistica, toccando il 16,2% del PIL [1]. Una cifra record, destinata ad aumentare e difficilmente sostenibile nel lungo periodo. La recente riforma pensionistica, introducendo il sistema contributivo obbligatorio per tutti, è intervenuta proprio per evitare un possibile ed indiscriminato aumento di questa voce di bilancio pubblico.
La necessaria sostenibilità del sistema avrà conseguenze considerevoli sulle pensioni degli italiani. Chi avrà l’assegno previdenziale calcolato interamente con il sistema contributivo si ritroverà con un importo mensile che in molti casi sarà tra il 50-60% dell’ultimo stipendio e con valori minimi che potranno arrivare anche solo al 30%.
Avere un basso tasso di sostituzione è purtroppo una certezza per molti italiani che però, troppo spesso, sottovalutano lì’importanza di un’adeguata pianificazione previdenziale.
Secondo la recente indagine Censis/Covip sulla percezione previdenziale da parte del risparmiatore italiano, emerge come la pensione attesa nell’immaginario collettivo rappresenti appena il 55% dell’ultima retribuzione. Eppure solo il 23% degli italiani è iscritto a fondi pensione, gli altri preferiscono attendere.
Attendere o tentare la fortuna…
Gli italiani iscritti a un fondo pensione complementare sono 5,5 milioni, i giocatori d’azzardo 15 milioni, quasi il triplo.
Le risorse investite ogni anno in pensioni integrative ammontano a 3,7 miliardi, la spesa in giochi e scommesse a 24 miliardi.
Questo vuol dire che ogni italiano investe 664 euro l’anno nella previdenza integrativa e ben 1.260 euro in Gratta e vinci, slot, video poker e lotterie varie.
L’idea di affiancare le cifre delle pensioni private con quelle del gioco d’azzardo legale è di Alberto Brambilla, ex sottosegretario al ministero del Welfare con delega alla previdenza e docente all’Università Cattolica di Milano.
«Spesso si dice che mancano le risorse per il welfare o per i fondi pensione – spiega Brambilla –. Ma se guardiamo queste cifre possiamo capire che in realtà vi è uno spreco enorme. E, soprattutto, una bassa consapevolezza dovuta a scarsa informazione. Penso a quei tanti anziani con pensioni minime, integrate con risorse pubbliche, che gettano via i soldi in Gratta e vinci o slot-machine: lo Stato dovrebbe preoccuparsi di far giocare meno, anche a costo di contenere gli incassi dai giochi. E penso ai giovani, che dovrebbero essere informati molto meglio di quello che li aspetta a livello previdenziale». [2]
Infatti, i dati che riguardano le giovani generazioni sono allarmanti: dichiara di aver giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi il 36% dei 15-24enni (equivalente a 2,2 milioni di giovani adulti). [3]
E sono proprio loro quelli a cui converrebbe maggiormente l’investimento nella previdenza integrativa, dato che prima si comincia maggiori sono i benefici e soprattutto maggiore sarà l’integrazione ottenuta al momento della pensione:
I dati parlano chiaro, nonostante la palese necessità di pianificare la propria pensione, la pianificazione previdenziale è ancora una pratica poco diffusa in un contesto culturale che privilegia l’azzardo, la sorte, la fortuna..
Sulle pagine di questo blog, insieme a tutti gli utenti che partecipano attivamente sul sito, cerchiamo invece di proporre un’altra via: quella dell’informazione e della presa di coscienza.
Solo facendo scelte accurate oggi, potremo garantirci un futuro sereno domani.
Fonti
[2] Articolo di Massimo Calvi, Quotidiano Avvenire, 1 gennaio 2013;
[3] Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr), pubblicata su Springer Science;