Cos’è la Busta Arancione
A fine aprile 7 milioni di italiani riceveranno nella cassetta della posta un documento inviato dall’Inps che finora si poteva consultare solo online. È questa la novità comunicata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri.
Si tratta della Busta Arancione, un prospetto che permette ai lavoratori, anche a quelli più giovani, di conoscere in anticipo le pensioni che percepiranno a fine carriera rapportate al costo della vita di oggi.
La busta raggiungerà chi non è digitalizzato invitando queste stesse persone a munirsi dello spid, “Pin unico per accedere ai servizi online delle Pubbliche Amministrazioni”.
Cosa conterrà?
Semplice e immediata, indicherà la data di accesso alla pensione, l’importo della pensione che riceverà il lavoratore, il famoso tasso di sostituzione, vale a dire quanto ci mancherà, in percentuale, nella pensione, rispetto all’ultimo stipendio.
Le simulazioni
I calcoli contenuti nella Busta Arancione si basano ovviamente su determinate ipotesi di fondo riguardo alla carriera del lavoratore, alla crescita dei suoi redditi, all’andamento del pil e dell’inflazione. Tutti questi fattori possono infatti influire in maniera decisiva sull’ammontare della pensione futura. L’ipotesi di base, utilizzata per determinare l’assegno, è che ognuno si metta a riposo con l’età della pensione di vecchiaia, oggi fissata a 66 a 7 mesi e destinata a salire in futuro con l’aumento delle aspettative di vita della popolazione.
Sul web invece, i lavoratori possono fare delle simulazioni più ampie, cambiando ad esempio l’età pensionabile per vedere come varia la rendita quando si rimane in attività un anno in più o un anno in meno. L’utilizzo dei servizi online (e la richiesta del pin per chi non ce l’ha ancora) resta dunque una pratica consigliabile per avere le idee un po’ più chiare, anche dopo l’arrivo della Busta Arancione di carta.
Leggi qui: La Mia Pensione: ecco la Busta Arancione dell’INPS
Chi la riceverà per posta ordinaria
La Busta Arancione verrà inviata a tutti i lavoratori ancora in attività, purché si tratti di dipendenti del settore privato, oppure di autonomi come gli artigiani, i commercianti e le partite iva iscritte alla Gestione Separata.
Nel corso del 2016, il prospetto sarà disponibile anche per i dipendenti statali ma verrà accluso alla busta paga.
L’obiettivo dichiarato dal Presidente Boeri è quello di diffondere una maggiore consapevolezza per la tutela finanziaria e previdenziale.
Come da lui stesso riportato: “Solo 4 italiani su 10 sanno leggere un estratto conto, calcolare le variazioni del potere d’acquisto, capire la differenza di rischio tra azioni e obbligazioni o l’importanza di diversificare il loro portafoglio”.
D’altronde sono gli stessi numeri a supportare tale tesi. “Attualmente – riferisce sempre Tito Boeri – 18,5 milioni di italiani hanno ricevuto un’identità digitale Inps e di questi 13 milioni sono lavoratori. Ma rimangono 12 milioni di contribuenti Inps senza ‘pin’ dei quali il 42% ‘under 40’ e 34% fra i 40 e i 50 anni”. Numeri che dicono che bisogna stimolare una maggiore consapevolezza previdenziale.