Il sistema di previdenza pubblica italiana è basato sul cosiddetto “Patto tra Generazioni”, il meccanismo attraverso il quale i lavoratori attuali pagano, con i loro contributi, le pensioni di oggi e vedranno pagate le loro future pensioni dai lavoratori di domani.
Alla luce di questo meccanismo di “ripartizione”, il sistema pensionistico italiano può considerarsi stabile e in grado di garantire risorse sufficienti per tutti i cittadini, solo se il numero degli “attivi”, cioè di persone che lavorano, è almeno il doppio di quello dei “non attivi”, ossia dei pensionati.
A partire dalla metà del secolo scorso si è diffuso un maggiore livello di benessere, che ha influito positivamente sull’aspettativa della vita media. Secondo le stime Ocse, infatti, negli ultimi 30 anni la vita media degli individui dei paesi occidentali si è allungata e tenderà ad aumentare ancora.
L’allungamento della vita media ha interessato anche il nostro Paese, nel quale si assiste, però, a un altro fenomeno demografico: la riduzione del tasso di natalità. In altri termini, nascono sempre meno figli. L’insicurezza economica e la precarietà lavorativa, tipiche dell’epoca contemporanea, rendono difficile pianificare il proprio futuro.
Questi due fenomeni demografici congiunti (allungamento della vita e calo delle nascite) incidono negativamente sul sistema pensionistico.
Da una parte l’allungamento della vita media comporta l’aumento del numero di persone “non attive”, che percependo una pensione per un numero di anni sempre maggiore, gravano sul sistema previdenziale; dall’altra parte, la riduzione del tasso di natalità provoca un calo del numero delle forze attive, che con il loro lavoro contribuiscono a sostenere il sistema nel suo complesso. In questo modo, pochi lavoratori sono chiamati a sostenere i costi crescenti di troppi pensionati.
Inoltre, l’allungamento della vita determina maggiori spese assistenziali e sanitarie erogate dal welfare pubblico, in quanto più si invecchia maggiori sono le necessità socio-sanitarie.
Per saperne di più visualizza il video: I fattori demografici e la previdenza
Queste tendenze demografiche e socio-economiche impattano negativamente sul sistema pensionistico italiano, che si trova in una situazione finanziariamente instabile. Per cercare di riequilibrare lo stato delle cose, il Legislatore ha messo in atto, a partire dagli anni ’90, una serie di riforme del sistema pensionistico pubblico, che hanno determinato, da un lato, una maggiore sostenibilità economica, ma, dall’altro, una riduzione delle tutele pubbliche per i cittadini.
Alla luce di queste riforme pensionistiche, sono state previste una serie di politiche, tese a supplire le carenze del sistema pubblico: si diffondono gli strumenti di welfare privato, come i Fondi pensione.
Lo Stato negli ultimi due decenni si è fatto promotore di questi strumenti di welfare privato, incentivando l’adesione e la partecipazione dei cittadini a queste forme di tutela previdenziale e sanitaria, attraverso l’attuazione di un regime fiscale favorevole.
I sistemi di welfare pubblico e privato alla luce dei cambiamenti demografici: Scarica l’infografica
L’adesione ai Fondi pensione è libera e volontaria. Si può decidere in qualsiasi momento di aderire a uno (o a più) di questi strumenti, ottenendo così una copertura previdenziale integrata, che si aggiunge e va a completare quella offerta dal sistema pubblico.
È importante scegliere di aderire alla previdenza complementare per tempo, in modo da risparmiare giorno per giorno e veder crescere le somme che andranno a integrare la propria pensione con poco sacrificio, costi ridotti e molti vantaggi fiscali.
L’adesione a un Fondo pensione consente, infatti, di tutelarsi dalle conseguenze causate dallo squilibrio del sistema pubblico, permettendo sia di affrontare, grazie alla sua flessibilità, le esigenze che potrebbero verificarsi durante l’età lavorativa (come l’acquisto di una casa per sé o per i figli; le spese mediche straordinarie, …), sia di avere una vecchiaia più serena e sicura dal punto di vista economico, anche dopo il pensionamento.
Il Fondo pensione è uno strumento che premia coloro che risultano iscritti da più tempo. Il premio è sia di natura economica, grazie alle minori tasse pagate al momento del pensionamento, che di opportunità offerte (alcune operazioni sono infatti possibili solo dopo 8 anni di partecipazione).
Gli iscritti al Fondo pensione, inoltre, possono far aderire il cosiddetto “fiscalmente a carico”, ad esempio il figlio. Attraverso l’adesione, si permette ai propri familiari di avere depositate alcune risorse presso il Fondo pensione ancor prima di entrare nel mondo del lavoro e di poterle utilizzare in futuro per bisogni primari, come la salute o l’acquisto della prima casa di abitazione.