Dagli anni ’90 in Svezia viene recapitata una busta arancione a tutti i cittadini scandinavi contenente la stima annuale delle pensione.
In Italia invece sono passati 19 anni dalla Riforma Dini (legge 335/95) che prevedeva all’articolo 1, comma 6 quanto segue: «Ad ogni assicurato è inviato, con cadenza annuale, un estratto conto che indichi le contribuzioni effettuate, la progressione del montante contributivo e le notizie relative alla posizione assicurativa».
L’assicurato avrebbe potuto così calcolarsi approssimativamente quando poter andare in pensione e con quale importo considerando che ritardando la propria età pensionabile avrebbe potuto accumulare un montante più alto da convertire in rendita e che avrebbe avuto coefficienti di trasformazione più favorevoli.
Il “lieto fine” che oggi ha il nome di “La Mia Pensione” sul sito dell’INPS è arrivato con Tito Boeri nel 2014 che ha incentrato la sua presidenza sulla trasparenza nei confronti dei cittadini.
Il simulatore, ecco il link, ci consente quindi di viaggiare nel tempo permettendoci oggi di capire quale integrazione all’assegno pubblico è necessario avviare.
Gli ingredienti per ottenere la simulazione sono l’età, la storia lavorativa e la retribuzione/reddito.
Si è così iniziata a diradare la nebbia in materia nei pensieri degli italiani soprattutto perché in questo modo possono contare sull’ufficialità del dato ottenuto. Fino ad oggi infatti diversi motori di calcolo (fondi pensione, Il Sole 24ore, Il Corriere della Sera, il Mefop, ecc) hanno fornito previsioni generalmente precise ma solo quando la stima viene da una pubblica istituzione gli italiani credono che quella possa essere veramente l’importo futuro della loro pensione.
La simulazione non arriva a casa in una busta arancione, perché da quando se ne è iniziato a parlare il mondo è cambiato: tutto si fa online, utilizzando il sito internet e il PIN per i servizi INPS.
Questo video INPS fornisce delle informazioni a riguardo:
La busta arancione è una comunicazione contenente diverse informazioni:
• contributi versati
• anno in cui sarà possibile andare in pensione
• importo dell’assegno pensionistico
Elementi utili per definire il bisogno pensionistico e stabilire il quantum mancante per una pensione adeguata ai bisogni della vita quotidiana. Così da poter valutare ad esempio se aderire ad un fondo pensione e quanto destinare alla previdenza complementare.
I primi lavoratori interessati sono quelli con contribuzione versata al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, alle Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi (Artigiani e Commercianti, Coltivatori diretti, coloni e mezzadri), e alla Gestione separata, con rilasci successivi per fasce di età:
•dal 1° maggio, i lavoratori sotto i 40 anni;
•dal 1° giugno, i lavoratori sotto i 50 anni;
•dal 1° luglio, tutti i lavoratori sopra i 50 anni.
Dal 2016, il servizio sarà disponibile anche per i dipendenti pubblici e per i lavoratori con contribuzione versata agli altri Fondi e Gestioni amministrate dall’INPS (1).
Tieni presente chei parametri dello scenario macro-economico (dati della Ragioneria dello Stato) su cui viene effettuato il calcolo sono:
– l’andamento dell’economia (il Pil)
– l’andamento delle retribuzioni
– il livello di inflazione
Importante parametro è anche la speranza di vita. Con l’aumentare della speranza di vita diminuisce infatti l’importo dell’assegno.
(1) fonte www.inps.it