#OGGIPARLIAMOCON Vincenzo Gozzi dell’Agenzia Mati & Gozzi di Vincenzo Gozzi di Empoli, in provincia di Firenze per scoprire attraverso un percorso fatto di ricordi, valutazioni e progetti, la persona che si nasconde dietro al professionista. Buona lettura.
Nome?
Vincenzo Gozzi.
Agenzia?
Mati & Gozzi di Vincenzo Gozzi di Empoli, in provincia di Firenze.
Soci?
Sono l’unico socio. Nell’ultimo anno c’è stata una riorganizzazione aziendale. Da gennaio sono ripartito con quattro impiegate con le quali gestisco sia l’agenzia generale di Empoli che il punto vendita nel comune di Montespertoli, sempre in provincia di Firenze. Ora stiamo ricostruendo l’attività commerciale e di conseguenza anche la squadra. Mi sto guardando attorno ma non ho fretta di trovare qualcuno. Preferisco prendermi tutto il tempo che mi serve per fare una ricerca accurata e minuziosa.
Da quanti anni fai l’agente assicurativo?
Sono agente dal 2006 ma ho messo piede per la prima volta in questa agenzia sei anni prima, quando c’era ancora mia suocera come agente. Ho accettato di lavorare come procuratore per sfida: era un mondo che non conoscevo, ma mi sono buttato a capofitto in questa nuova avventura e posso dire di avere avuto le mie soddisfazioni.
Che lavoro volevi fare “da grande”?
Ho sempre avuto l’ambizione di fare qualcosa per conto mio, di creare qualcosa. Non sapevo bene cosa. Da bimbo volevo fare il cantante poi, quando sono cresciuto, ho scoperto che non ero poi così intonato e quindi ho accantonato le mie velleità artistiche. Mi sono buttato nel giardinaggio: coltivavo bonsai e sognavo di aprire un’attività tutta mia. Mi ricordo che compravo libri sulla potatura dei bonsai, perché ai tempi non esisteva internet, e passavo ore e ore a studiare perché ho sempre cercato di meritarmi quello che volevo.
Quando hai capito che questo era il tuo mestiere?
Quando mi sono reso conto che, a mano a mano che venivo a conoscenza di qualcosa nell’ambito assicurativo, mi sentivo sempre più ignorante e avevo sempre più bisogno di accrescere lo studio. Vivere le relazioni e stare in mezzo alla gente inoltre è qualcosa che mi dà una grande soddisfazione .
Oltre a essere un agente assicurativo sei anche?
Sono un appassionato di moto. Passione che ho ritrovato negli ultimi anni quando i miei figli sono cresciuti. Ho un’Harley Davidson che non è una moto da velocità ma da turismo che mi permette di godermi la passeggiata in tranquillità come conviene a un padre di famiglia che è anche un assicuratore e che quindi, per deformazione professionale, calcola sempre i rischi di quello che fa.
Cosa ti fa sentire davvero “protetto”?
In primis la mia famiglia: è sempre il mio porto sicuro. Le persone care ti fanno sempre sentire protetto, sono la forza che muove tutto.
Il tuo più grande successo?
Essere nato dal nulla: ho cominciato a fare questo lavoro perché mia suocera, che voleva cessare l’attività, mi ha dato l’opportunità di provare. Essere riuscito a fare quello che ho fatto in un luogo che non conoscevo, dove non ero nato , è stata sicuramente fortuna ma anche capacità personale e questo per me è un grande successo.
Qual è il tuo superpotere nel tuo lavoro?
Riesco spesso a trasformare le situazioni di difficoltà in opportunità.
Perché un cliente dovrebbe affidarsi a te?
Perché quando parlo con un cliente, parla la persona. La polizza viene fuori da una chiacchierata che fa emergere delle esigenze e mostra delle soluzioni. Mi viene spontaneo e naturale proporre le varie soluzioni assicurative e spesso i miei clienti percepiscono le mie parole come il consiglio di un amico. Spesso instauro con loro dei rapporti di amicizia e di fiducia reciproca che vanno al di là della vendita stessa.
Descrivi la tua città in 3 parole
Empoli è un luogo ricettivo e attento.
Qual è il momento più bello della giornata in agenzia?
Siamo molto golosi, quindi, i momenti più belli sono legati al cibo: il momento della pausa pranzo e della merenda, che sia un sushi, un messicano, un gelato o uno yogurt, è un momento di serenità e gioia.. È l’occasione per ritrovarsi e per fare squadra ma anche per mantenere alta l’energia all’interno dell’ufficio.
Com’è cambiata la tua professione dall’inizio a oggi?
È completamente trasformata. Mi piace la tecnologia e quando ho iniziato a intravedere l’introduzione del digitale, fremevo perché non vedevo l’ora di provare tutte le novità. Oggi fare una polizza è più semplice, immediato e soprattutto molto più chiaro per il cliente perché ha sempre tutto a portata di mano e può interagire con l’agenzia, grazie all’App MyAXA, in tempo reale dal suo cellulare. Se prima un assicuratore passava la maggior parte della sua giornata ad archiviare e inviare documenti, oggi invece si può dedicare ad altro con un risparmio di tempo, di carta, di risorse e quindi anche economico.
Tra gli strumenti digitali che la tua azienda ti mette a disposizione quali sono quelli che preferisci?
Lato assicuratore, la firma digitale OTP perché è molto più semplice, è molto più chiara e ti permette di trasmettere tutta la documentazione al cliente senza l’errore umano. Lato cliente, l’app MyAXA perché ti permette di avere tutti i documenti a portata di mano e di fare tantissime operazioni, dal rinnovo della polizza alla denuncia di un sinistro, con un semplice click.
Quanto usi i social nella tua professione?
Li utilizziamo per far conoscere la nostra squadra in modo semplice e sincero. In un primo momento ero un po’ titubante per via della barba e della mia passione per i tatuaggi che credevo stridessero con il ruolo di assicuratore. Poimi sono lasciato andare. Oggi siamo abbastanza presenti sui nostri social: li usiamo sostanzialmente per condividere quando accade qualcosa di emozionante all’interno dell’agenzia.
Come vedi la tua agenzia tra 10 anni?
Sempre presente, sempre motivata e sempre con la grinta di andare avanti e di imparare. Mi farebbe piacere passare il testimone ai miei figli ma, l’unico errore che non voglio fare da genitore, è far vivere ai miei figli la vita che io vorrei per loro. Se vorranno, mi farà piacere averli accanto, ma non vivo con lo scopo di tramandare l’agenzia ai miei figli.
Che consiglio daresti a chi vuole diventare un agente assicurativo?
Innanzitutto bisogna essere leali con se stessi. Quindi non bisogna improvvisare: se non si conosce qualcosa, ci si ferma e ci si documenta. Non è più bravo chi risponde prima ma chi, dopo essersi documentato, dà la risposta giusta.
Se fossi un colore quale saresti?
Rosso, come il fuoco e la passione!