Forse l’amore è cieco ma l’interesse ci vede benissimo. E non c’è bisogno di aver visto i film di Carlo Verdone e Woody Allen per saperlo. Basta dare un’occhiata ai numeri che raccontano di 30 mila casi di matrimoni lampo tra uomini d’età compresa tra 65 e 85 anni e donne più giovani di almeno 20.
E’ un dato che in Italia la tendenza è in crescita. Dipenderà soltanto dal bisogno di sicurezza che le signore troverebbero in un uomo anziano ed esperto? La realtà dei dati è che il signore in questione è generalmente dotato di risorse, fra cui la voce pensione non è l’ultima. Per questo probabilmente l’amore senile è contrastato dalla famiglia dell’uomo, che in genere è vedovo con figli. Fatto sta che molto spesso uscendo dalla chiesa si finisce in tribunale.
Ha fatto scuola, in questo senso, il caso del signore fiorentino di 91 anni e la sua badante georgiana di 37. Un matrimonio voluto a tutti i costi al punto di rifarlo due volte, perché la prima era stata annullata dal tribunale su richiesta dei figli che volevano una perizia. L’anziano signore ne ha fatte addirittura due, risultando perfettamente in grado di intendere e volere. E dunque anche di decidere chi amare, con tutto quello che ne consegue come a chi lasciare le proprie fortune.
La tendenza dei matrimoni lampo con un coniuge over 75 tocca anche le donne. In questo caso però c’è un gender gap. Le signore non più giovani che decidono il grande passo con partner più giovani sono circa 5mila l’anno. Ma anche qui la tendenza è in crescita, al punto da allertare gli avvocati matrimonialisti, che ormai da anni denunciano il rischio di vere e proprie truffe. Perché al di là dell’ostilità pregiudiziale dei figli di primo letto, verso una fidanzata che spesso è più giovane di loro, accade spesso che i promessi sposi spendano tutti i loro soldi e addirittura vendono le loro case per stare all’altezza della giovane promessa. E a questi rischi si aggiungerebbe che molte volte dietro la promessa sposa si nascondo organizzazioni criminali interessate ad acquisire nuove cittadinanze.
La morale è semplice, anche se forse un po’ amara. Se rifarsi una vita dopo i settant’anni è bello, e spesso anche necessario, visto che la maggior parte dei figli si disinteressano dei genitori fino al giorno dell’apertura del testamento, l’importante è evitare la sindrome di James Howard Marshall, il miliardario americano che a 89 anni convolò con una ragazza di 26: Anne Nicole Smith, modella superdotata, playmate e icona di una certa America. Marshall morì poco dopo, ma da lì a poco scomparve anche Anne Nicole, dopo anni difficili spesi in cause sull’eredità con i figli del marito e con la giustizia per gravi problemi con i suoi figli.
Eppure a questi sposalizi ha pronunciato il suo “SI” anche la Corte Costituzionale con la sentenza n. 174 del 15 giugno 2016 che ha dichiarato l’incostituzionalità della norma (l’art. 18, comma 5, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98) che limitava l’ammontare della pensione di reversibilità quando il coniuge scomparso aveva contratto matrimonio a un’età superiore ai settant’anni e il coniuge superstite era più giovane di almeno vent’anni.
La Corte ha infatti ritenuto irragionevole una limitazione del trattamento previdenziale, connessa al mero dato dell’età avanzata del coniuge e della differenza di età tra i coniugi. Come evidenzia la Corte, «la piena libertà di determinare la propria vita affettiva ben si collega all’allungamento dell’aspettativa di vita».