Al di là dei gusti, la scelta di un’auto dipende molto dal futuro di medio termine. Un esempio semplice: se si ha in programma di mettere su famiglia una macchina a tre porte è molto scomoda quando ci sarà un bimbo da caricare e scaricare, mentre il portabagagli di un’utilitaria potrebbe non bastare per passeggino, giocattoli, pannolini… Se invece la famiglia c’è già e si ha un figlio prossimo alla maggiore età, e che quindi prenderà la patente e userà l’auto di famiglia, è bene riflettere su quale macchina sarà meglio indirizzarsi. Potenza troppo elevata o grandi dimensioni probabilmente non sono l’ideale. Non basta: chi non è più giovanissimo dovrebbe evitare automobili troppe basse: entrare e uscire potrebbe essere più complicato. Queste semplici considerazioni fanno comprendere come, nella scelta del modello di auto, pesino fattori non solo soggettivi ma anche oggettivi.
Compatte e citycar
Come è facile intuire dal nome, questi modelli sono ideali per chi vive in città sempre perseguitato dall’incubo parcheggi e rimessaggi, grazie alle ridotte dimensioni e alla grande maneggevolezza è più semplice muoversi nel traffico. Consumi e costi di manutenzione sono contenuti, così come lo spazio a bordo quindi meglio pensare ad altro se si devono trasportare famiglie numerose.
Familiari o station wagon
Le familiari, o station wagon col portellone verticale, crea un unico grande spazio interno con l’abitacolo, che mette a disposizione un maggiore volume per il trasporto dei bagagli. Ideale quindi per chi ha molto carico da portare, figli compresi, ma soprattutto per chi vive fuori città, dove gli spostamenti sono in genere legati anche al trasporto di oggetti di uso quotidiano.
SUV
Una parola a parte va infine spesa per il SUV, o Sport Utility Vehicle, oggi diventato una vera e propria moda, allineando il nostro paese a una tendenza europea. Le vendite di SUV sono aumentate del 3% nel 2015 rispetto al 2014, sfiorando la percentuale del 17% del mercato automobilistico interno. Dotato di prestazioni e rifiniture in di alto livello, di solito la scelta di un SUV non corrisponde a motivi pratici, si tratta spesso di una scelta personale, dove il piacere e lo status collegati al possesso di questo modello sono in cima alla lista di priorità e requisiti.
Considerare o no i consumi?
Il tema è senz’altro pertinente, ma non per tutti. Se si percorrono meno di 10 mila chilometri all’anno, un’auto dai consumi ridotti porta un risparmio molto relativo. In questo caso meglio puntare sulla comodità e sul piacere di guida che sull’attenzione ai consumi. Il punto invece comincia ad essere cruciale superando i 20-30 mila chilometri all’anno, dunque usando l’auto per lavoro, oltre che per motivi personali e familiari. Per avere le idee più chiare su questo argomento siti e riviste specializzate, ma anche il Sole 24 Ore, pubblicano periodicamente prove reali di consumo fatte sui diversi modelli, test che spesso differiscono (molto) da quanto dichiarato dalle case automobilistiche. Anche se i recenti scandali sui dati di inquinamento e consumo dei motori hanno avuto come primo effetto una spinta verso l’introduzione di controlli più severi da parte delle autorità di omologazione, che siano finalmente vicini alla realtà. Nel frattempo, il criterio più sensato è quello chilometrico: se si percorrono meno di 10 mila chilometri all’anno, i consumi non contano molto. Se invece se ne fanno di più, bisogna tenerli presenti nella scelta del modello.
Più sicurezza, più risparmio
La sicurezza è un aspetto che va considerato nella scelta di un’auto non solo può contribuire a salvare la vita, ma può anche far risparmiare parecchi soldi. Questo è un dato cruciale, perché pochissimi acquirenti dell’auto considerano i costi della sicurezza mancata, ovvero le spese legate agli incidenti lievi e mediamente gravi. Un solo esempio: il record di incidenti stradali in Italia è stato raggiunto nel 2014, con oltre 35 mila casi di cui la maggior parte causata dalla distrazione alla guida. Fra le (moltissime) cattive abitudini degli italiani spicca l’ossessione per il cellulare anche in auto. Ma se si viaggia a una velocità consentita dalla legge e per mandare un messaggio si impiegano circa dieci secondi, il risultato è che si perde di vista la strada per 300 metri, che non sono affatto pochi e in cui può succedere il peggio. Inutile dire quindi che il bluetooth che permette il collegamento dei dispositivi mobili in tutta sicurezza, è un optional irrinunciabile, a cui seguono i dispositivi di sicurezza attiva, sempre più sofisticati e disponibili ormai anche su auto piuttosto comuni, come dispositivi in grado di evitare le collisioni o di prevenire i colpi di sonno e le distrazioni.