Cos’è la diversificazione degli investimenti
Diversificare gli investimenti significa allocare il patrimonio in più strumenti finanziari con caratteristiche differenti.
Investire attraverso un portafoglio ben diversificato, per natura (azioni, obbligazioni o asset illiquidi), area geografica (Stati Uniti, Europa, Paesi emergenti…) e settore di attività (sanità, finanza, energia…) consente di contrastare il rischio specifico, ossia il rischio associato alla singola entità, intesa come azienda, asset class o settore economico.

Osservando l’esempio di portafoglio (Fig. 1) si ha evidenza di come il capitale sia ripartito tra le diverse “fette” della torta, ossia su differenti classi di attivo:
- Obbligazioni governative (50%): sono la parte meno rischiosa del portafoglio, trattandosi di strumenti emessi dai governi per finanziarsi. Offrono a chi le acquista un rischio generalmente basso che si riflette in ritorni economici contenuti.
- Obbligazioni corporate (30%): sono affini alle obbligazioni governative, ma emesse da società private. Il livello di rischio – rendimento è leggermente più altro rispetto alle precedenti vista la diversa natura degli emittenti.
- Azioni (15%): è la fetta dinamica del portafoglio, sono emesse dalle S.p.a (società per azioni) e rappresentano quote del capitale sociale delle stesse. Offrono a chi le sottoscrive dei guadagni economici soddisfacenti, soprattutto nel lungo periodo. Il rischio associato è tendenzialmente medio-alto.
- Investimenti alternativi (5%): si tratta di strumenti finanziari non tradizionali. Queste asset class vengono integrate nei portafogli, tra l’altro, come copertura contro l’inflazione.
Tutti questi strumenti, generalmente, non si muovono nella stessa direzione: di fronte ad una crisi del mercato obbligazionario, ad esempio, quello azionario può attraversare un periodo positivo.
In un portafoglio diversificato, l’andamento negativo di una classe di attivo (ad esempio le obbligazioni) può essere controbilanciato dal rendimento positivo di un’altra (ad esempio le azioni), così da bilanciare la volatilità e il rendimento ultimo dello stesso.
Anche un portafoglio specialistico, ad esempio totalmente obbligazionario, può essere diversificato, questo avviene quando c’è eterogeneità tra i titoli dal punto di vista dell’emittente (stati, organismi internazionali, enti locali, imprese) e della sua affidabilità finanziaria (rating), della durata (titoli di debito con diverse scadenze), dell’area geografica (titoli di debito emessi da soggetti di paesi diversi), del settore economico dell’emittente (titoli di debito emessi da aziende che operano in diversi settori economici). Molte di queste attribuzioni valgono anche per le altre asset class.
La diversificazione degli investimenti nella previdenza complementare
La gestione degli investimenti nell’ambito della previdenza complementare si basa sul concetto della diversificazione. Tutti i comparti dei fondi pensione (negoziali, aperti, Pip e preesistenti), dal più dinamico (azionario) al più prudente (garantito), sono strutturati in modo tale da avere il giusto equilibrio tra il rischio e il rendimento in linea con l’orizzonte temporale di riferimento (più è ampio l’orizzonte temporale, ossia più anni mancano al pensionamento, maggiore sarà il livello di rischio – rendimento associato).
In altre parole, la politica di investimento dei comparti dinamici viene realizzata secondo una logica di medio/lungo periodo (portafoglio prevalentemente azionario), difatti questi si rivolgono ai soggetti lontani dal pensionamento. Diversamente, i comparti prudenti hanno un orizzonte temporale più ridotto (portafoglio prevalentemente obbligazionario) e si rivolgono ai soggetti che sono prossimi al pensionamento.
Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione) suddivide l’offerta di investimento dei fondi nelle seguenti categorie:
- Azionario: almeno il 50% del patrimonio è investito in titoli di capitale;
- Obbligazionario misto: l’investimento in titoli di capitale non deve superare il 30%;
- Obbligazionario puro: è previsto l’investimento nei soli titoli di debito;
- Garantito: a prescindere dalla combinazione del portafoglio, è presente una garanzia di restituzione del capitale o di rendimento minimo;
- Bilanciato: rientrano tutti gli altri casi.
Oltre alla diversificazione per classi di attivo, i fondi pensione investono le risorse degli iscritti in svariati paesi e settori.
Si riporta di seguito una sintesi di quanto esposto nella relazione annuale Covip 2024:
dal punto di vista geografico i fondi presentano un particolare interesse ad investire nei paesi appartenenti all’area euro, con uno sguardo importante verso gli investimenti domestici. Quote rilevanti di risorse vengono allocate anche negli Stati Uniti e negli Altri paesi aderenti OCSE. Più residuale l’investimento nei paesi non OCSE.
Inoltre, i fondi sono presenti in tutti i settori economici con un focus specifico nell’IT, nel settore finanziario, nell’’industriale e nel sanitario.
Come gestire gli investimenti diversificati
L’implementazione e la gestione di un portafoglio richiedono esperienza e conoscenza in ambito finanziario, ci sono varie attività da mettere in atto. I fondi pensione ne sono un esempio:
- Analizzare i bisogni degli aderenti attuali e futuri:
- Definire i comparti di investimento da offrire;
- Definire l’asset allocation strategica (AAS) per ciascun comparto, ossia la percentuale di patrimonio da destinare ai diversi strumenti finanziari;
- Occuparsi dell’asset allocation tattica, ossia fare modifiche tempo per tempo alla composizione del portafoglio così da massimizzare le performance.
- Verificare costantemente i risultati.
La gestione degli investimenti per i fondi pensione è regolata da una normativa dettagliata e stringente al fine di tutelare il patrimonio pensionistico dell’iscritto.
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