Negli ultimi anni, la crescente attenzione ai cambiamenti climatici, alle disuguaglianze sociali e alla necessità di una gestione più responsabile delle risorse ha portato alla diffusione di un concetto sempre più centrale nelle dinamiche economiche globali: la finanza sostenibile.
In un contesto in cui la transizione ecologica e la responsabilità sociale delle imprese sono diventate priorità imprescindibili, la finanza sostenibile si pone come strumento chiave per indirizzare risorse verso attività che generino valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale.
Cos’è la finanza sostenibile
La finanza sostenibile mira a integrare i fattori ambientali, sociali e di governance (i cosiddetti criteri ESG) nelle scelte di investimento, andando oltre una valutazione basata esclusivamente sul rendimento e indirizzando in tal modo i flussi di capitale verso quelle imprese che non solo generino profitto, ma siano anche in grado di creare valore per la società e l’ambiente.
Nel dettaglio, i criteri ESG comprendono tre aree principali:
1) Environmental (ambiente), che include, tra gli altri, il rispetto per il clima, la gestione delle risorse naturali e la riduzione delle emissioni
2) Social (società), che valuta, tra gli altri, aspetti quali i diritti dei lavoratori, le pari opportunità, l’inclusione, la diversità e le relazioni con le comunità locali
3) Governance, che si riferisce, tra gli altri, alla trasparenza, all’etica aziendale e alla qualità della gestione.
L’integrazione di questi criteri nelle decisioni finanziarie ha dimostrato, in diversi casi, di migliorare la resilienza degli investimenti nel lungo periodo, offrendo al contempo una protezione contro i rischi reputazionali, normativi e operativi.
Sempre più istituzioni finanziarie e imprese stanno adottando strategie di investimento sostenibile, spinte sia da pressioni normative (come il Green Deal europeo e la Tassonomia UE), sia da una crescente sensibilità degli investitori verso le tematiche ESG.
Investimenti ESG e previdenziali
I fondi pensione rivestono un ruolo strategico nel promuovere la finanza sostenibile, grazie alla loro natura di investitori di lungo periodo e alla rilevanza sistemica delle risorse che gestiscono.
L’inclusione dei criteri ESG nella selezione degli investimenti previdenziali mira a rendere il portafoglio più resilente e maggiormente allineato con le esigenze di lungo termine dei fondi pensione, che mirano alla sicurezza e alla stabilità delle prestazioni future per gli aderenti.
Adottare strategie sostenibili permette ai fondi pensione di gestire in modo più efficace i rischi connessi a fattori come il cambiamento climatico, la transizione energetica, i mutamenti demografici e le tensioni sociali. Inoltre, rispondere alle aspettative di trasparenza e responsabilità sociale è sempre più importante per mantenere la fiducia degli iscritti e migliorare la reputazione dell’ente previdenziale. Non meno rilevante è l’aspetto normativo.
A livello europeo, la Direttiva IORP II e il Regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) spingono gli enti previdenziali a integrare considerazioni ESG nei loro processi decisionali e a comunicare in modo trasparente l’impatto di tali scelte. Incorporare i criteri ESG rappresenta quindi una leva fondamentale per migliorare la qualità degli investimenti previdenziali, garantendo al contempo un contributo tangibile allo sviluppo sostenibile.
Finanza sostenibile: opportunità e sfide
La finanza sostenibile apre a numerose opportunità, sia per gli investitori istituzionali sia per l’intero sistema economico. Prima di tutto, essa stimola l’innovazione, indirizzando capitali verso settori strategici quali le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e l’economia circolare. In questo modo, contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro, allo sviluppo di tecnologie pulite e alla trasformazione dei modelli produttivi in chiave più responsabile.
Inoltre, la finanza sostenibile favorisce una maggiore trasparenza nei mercati, grazie all’obbligo per le imprese di rendicontare le proprie performance ambientali, sociali e di governance. Questo spinge le aziende a migliorare le proprie pratiche, rafforzando la fiducia degli stakeholder e riducendo il rischio di crisi reputazionali o legali.
Tuttavia, non mancano le sfide. Una delle principali riguarda la definizione e la misurazione degli impatti ESG. La definizione di standard uniformi e condivisi agevola l’oggettività dell’analisi ESG e la comparazione tra le diverse aziende rispetto alle metriche adottate. Esiste inoltre il rischio del greenwashing, ovvero la tendenza di alcune aziende a presentarsi come “sostenibile” senza adottare reali cambiamenti strutturali. Un’altra sfida è rappresentata dalla necessità di competenze adeguate. Gli operatori finanziari devono acquisire nuove conoscenze e strumenti per integrare efficacemente i criteri ESG nei processi di analisi e gestione del portafoglio.
Conclusione
La finanza sostenibile rappresenta oggi una leva fondamentale per guidare la trasformazione del sistema economico verso modelli più equi, resilienti e rispettosi dell’ambiente. Per i fondi pensione, essa offre l’opportunità di conciliare la sicurezza delle prestazioni con il contributo attivo alla costruzione di un futuro più sostenibile. Affrontare con consapevolezza le opportunità e le sfide di questo approccio è essenziale per realizzare una transizione finanziaria efficace, duratura e orientata al bene comune.
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