L’emergenza causata dal rapido diffondersi del virus Covid-19 ha contribuito a rimodellare le nostre abitudini, anche quelle lavorative. Da oltre un anno, la modalità di lavoro in smart working si è diffusa maggiormente in Italia, anche in risposta al diffondersi della pandemia.
Ma dove nasce, cosa significa smart working e quali sono i benefici per i lavoratori? Scopriamolo insieme.
Dove nasce lo smart working?
Lo Smart Working è un modello organizzativo che è stato definito nel 2012 dall’omonimo Osservatorio del Politecnico di Milano come “una filosofia manageriale basata sulla restituzione alle persone di autonomia e flessibilità nella scelta di luoghi, orari e strumenti per lavorare, a fronte di una responsabilizzazione sui risultati. Non deve essere confuso con il telelavoro che prevede lo spostamento del luogo di lavoro in uno spazio definito fuori dagli uffici dell’azienda e non deve neanche essere visto solo con un elemento di welfare o di supporto all’equilibrio tra vita lavorativa e vita personale.
Ma entriamo nel dettaglio.
Cosa vuol dire e in cosa consiste lo smart working?
Lo smart working si basa sullo sviluppo di una cultura aziendale basata sulla fiducia nelle persone e sulla responsabilizzazione delle persone. Si tratta di passare da un management focalizzato sull’orario e la presenza a una attenzione ai risultati, alla collaborazione e allo sviluppo dell’empowerment delle persone, che prevede anche una maggiore flessibilità di luogo e orario di lavoro.
Nella pratica, il lavoro ”smart” si basa sul raggiungimento di obiettivi e risultati in maniera flessibile.
Dove gli obiettivi, sono concordati con il manager e poi monitorati: questo è il cuore dello smart working.
Attraverso una maggiore flessibilità, autonomia e responsabilità sul raggiungimento dei risultati, lo smart working mira a rendere il lavoratore più responsabile e partecipe. Non stupisce che questa pratica abbia notevoli benefici.
Lavorare in smart working: gli effetti benefici sui lavoratori
Il primo e più grande vantaggio derivante dal lavoro per obiettivi è una riduzione dello stress, un tempo indotto anche dai lunghi spostamenti per raggiungere il posto di lavoro (il tempo di commuting) e dalla rigidità di lavorare in una fascia oraria prestabilita.
Questa modalità lavorativa incrementa la concentrazione e, di conseguenza, l’efficienza e l’efficacia sul lavoro.
Inoltre, la riduzione dello stress favorisce la nascita e condivisione di idee innovative, e porta anche a un maggiore coinvolgimento ed entusiasmo nell’ideare nuovi servizi o prodotti.
A livello personale, lo smart working consente di organizzare la giornata lavorativa in base alle proprie esigenze, permettendo al lavoratore di decidere autonomamente quando iniziare, fare una pausa e finire, rendendo più facile trovare tempo per se stessi, la famiglia, gli amici, o dedicarsi alle commissioni.
Questa libertà istituisce un circolo virtuoso: il benessere lavorativo che si crea consente di lavorare meglio e di avere anche più tempo a disposizione da dedicare alla propria vita personale.
Smart working: a cosa stare attenti?
Come per ogni altra cosa, è bene però salvaguardarsi dalle cattive abitudini che invece potrebbero peggiorare la qualità del lavoro.
Ad esempio: sapete qual è la postura più corretta da assumere? Avere a disposizione divani e poltrone rappresenta una tentazione per molti, ma lavorare comodamente seduti può portare la colonna vertebrale ad assumere una postura errata, con conseguenti tensioni muscolari e dolori. Non bisogna, quindi, sottovalutare, il valore di una corretta seduta, per evitare l’insorgere di contratture, protrusioni o ernie discali.
Qualche consiglio? Mantenere da seduti il gomito piegato a 90° e utilizzare il mouse, ma senza esagerare, facendo pause periodiche, per evitare l’infiammazione del polso (il tanto temuto tunnel carpale). Per lavorare da casa sono ideali una sedia ergonomica e una scrivania che consentano di porre lo schermo del computer frontalmente, per evitare continui movimenti di occhi e collo.
Un altro suggerimento riguarda la mente (altrettanto importante!). Sarebbe ideale stabilire dei lassi di tempo prefissati da dedicare al lavoro ed alla vita privata, regolare l’inizio e la fine dell’attività lavorativa, stabilendo pause ad intervalli regolari (10 minuti ogni 2 ore).
Non solo, dopo il lavoro, dedicarsi a un hobby o all’attività fisica possono aiutare a essere più energici e rilassati il giorno successivo.
Ultimo aspetto da non trascurare è l’alimentazione: in casa si ha accesso costante alla dispensa e malgrado questo possa rappresentare un potenziale problema, va trasformato in opportunità! Ci si lamenta sempre di non avere tempo per la dieta, di mangiare sempre fuori e di fretta: e se lo smart working ci consentisse anche di riequilibrare la nostra alimentazione?
Insomma, questo nuovo modo di lavorare può rappresentare un vantaggio sia per le aziende che per i dipendenti. E voi cosa ne pensate?
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In collaborazione con pazienti.it
Fonti:
www.ipsoa.it/documents/lavoro-e-previdenza/rapporto-di-lavoro/quotidiano/2019/03/25/smart-working-valuable-opportunity-for-the-employer
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