Definizione semplice
Per capire il concetto di rendita è necessario introdurre quello di assicurazione.
Il contratto di assicurazione uno strumento con il quale l’assicurato trasferisce all’assicuratore un rischio al quale egli è esposto. In riferimento alla realtà dei fondi pensione, il rischio è di esaurire le risorse destinate a coprire i consumi e quindi di vivere con un tenore di vita insoddisfacente dopo aver lasciato il lavoro. In cambio del pagamento di una somma iniziale (il premio) l’assicuratore corrisponderà ai beneficiari un importo periodico vita natural durante. Tale importo periodico è definito “rendita” ed è calcolato sulla base di differenti criteri. Esistono diverse tipologie di rendita che hanno un impatto sui pagamenti futuri erogati dalla compagnia di assicurazione e quindi sull’importo della rata pagata a parità di premio versato.
Definizione tecnica
Per capire il concetto di rendita è necessario introdurre quello di assicurazione.
Il contratto di assicurazione è uno strumento con il quale l’assicurato trasferisce all’assicuratore un rischio al quale è esposto. In riferimento alla realtà dei fondi pensione, il rischio è di esaurire le risorse destinate a coprire i consumi e quindi di vivere con un tenore di vita insoddisfacente dopo aver lasciato il lavoro. In cambio del pagamento di una somma iniziale (il premio) l’assicuratore corrisponderà ai beneficiari un importo periodico vita natural durante (Rendita) il cui importo sarà stabilito sulla base di differenti criteri. Gli individui che vivranno più della media beneficeranno delle risorse non percepite dalle persone meno longeve.
Esistono diverse tipologie di rendita che hanno un impatto sui pagamenti futuri erogati dalla compagnia di assicurazione e quindi sull’importo della rata pagata a parità di premio versato.
La più comune è la rendita vitalizia immediata. Questa rendita consente al beneficiario di ottenere, a partire dal periodo seguente a quello del pagamento del premio, la corresponsione di una somma periodica per tutta la vita. Al momento del decesso tale rendita non sarà più erogata. Si tratta della forma più semplice di rendita, quella che assicura il pensionato (e solo lui) per tutta la sua vita residua.
La rendita vitalizia è invece differita quando il pagamento delle rate inizia dopo un certo intervallo temporale dal pagamento del premio. Con una rendita differita la compagnia di assicurazione pagherà un numero inferiore di rate al beneficiario; a parità di premio pagato, pertanto, la rendita differita produrrà rate di importo maggiore rispetto alla rendita vitalizia immediata.
Con una rendita reversibile l’assicurato sceglie, al momento del pagamento del premio, uno o più soggetti (detti reversionari). L’assicurato percepirà la rendita finché in vita. Al momento del decesso dell’assicurato, il soggetto reversionario (se non deceduto nel frattempo) inizierà a percepire la rendita al suo posto, vita natural durante.
Rispetto a una rendita vitalizia, la compagnia di assicurazione ha la probabilità di pagare più rate di rendita e quindi, a parità di premio, l’importo della rata si ridurrà. Più il soggetto reversionario è giovane, più si contrarrà l’importo della rata. È possibile, inoltre, che l’assicurato possa scegliere un’aliquota di reversibilità, ossia decidere che la rata percepita dal reversionario sia pari a una percentuale di quella percepita dall’assicurato stesso. Più bassa è l’aliquota di reversibilità, più basse saranno, in termini probabilistici, le rate pagate dalla compagnia di assicurazione, più alto sarà quindi l’importo della rendita reversibile percepita dall’assicurato.
Oltre alla rendita reversibile, è possibile tutelarsi da una morte prematura rendendo certo il pagamento della rata di rendita per un determinato numero di anni, anche in caso di decesso dell’assicurato (in tal caso le rendite certe residue verranno pagate ai terzi beneficiari).
Con una rendita certa per k anni, quindi, la rendita viene pagata con certezza per k anni (all’assicurato o ai beneficiari) mentre dall’anno k+1 sarà pagata solo all’assicurato finché in vita. Rispetto alla vitalizia, una rendita di questo tipo, innalzando la probabilità di pagamento delle rate, comporta una riduzione dell’importo della rendita, tanto più alta quanto più alto è k. Tuttavia, dato che la probabilità di decesso nei primi anni dopo l’attivazione della rendita non è molto elevata, la riduzione risulta in molti casi abbastanza contenuta.
A volte il valore di k non è determinato in modo assoluto (per es. 5 10 anni), ma è legato a caratteristiche proprie dell’assicurato, come per esempio l’età (per es. rendita certa fino al compimento degli 80 anni), o è lasciato alla scelta dello stesso assicurato all’interno di un range definito.
Un’altra tipologia di rendita che tutela l’assicurato dal rischio di morire prima di aver recuperato il premio pagato è la rendita controassicurata. Con questa tipologia di rendita, infatti, al momento del decesso dell’assicurato, i beneficiari designati ricevono una somma, se positiva, pari alla differenza tra il premio pagato e la somma delle rate fino a quel momento erogate. Questa rendita tutela in maniera particolare chi teme di vivere meno della media degli assicurati, ma può comportare una importante riduzione dell’importo della rata di rendita che l’assicurato principale potrà ottenere.
Un’opzione, infine, che può essere applicata alla rendita è una maggiorazione in caso di perdita dell’autosufficienza (rendita long term care, Ltc). Se, durante il periodo di percezione della rendita,l’assicurato perde la capacità di compiere da solo un certo numero di Adl (activities of daily living: capacità di compiere gli atti elementari della vita come lavarsi, vestirsi, mangiare, muoversi), definito dalla compagnia, è riconosciuto un indennizzo sotto forma di un importo una tantum oppure espresso come una maggiorazione della rendita in quel momento percepita. Esistono altre tipologie di opzioni applicabili alla rendita, anche se meno diffuse sul mercato. Il principio di base è comunque il medesimo che caratterizza le opzioni descritte in precedenza: se i pagamenti della compagnia di assicurazione incrementano (in termini di importi di probabilità di esborso), a parità di premio pagato l’assicurato potrà godere di una rata di rendita di importo più basso rispetto alla rendita vitalizia
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