Un problema di concentrazione o un calo di attenzione in età infantile può essere normale: una distrazione moderata è, infatti, parte integrante della crescita mentale e psicologica di bambini e bambine, soprattutto nei primi anni di scuola.
Col passare degli anni, poi, la concentrazione così come le abilità mnemoniche tendono a stabilizzarsi.
Disturbo dell’attenzione e calo della concentrazione nei bambini
Cosa si intende esattamente con attenzione e concentrazione e, di contrasto, con distrazione o scarsa concentrazione nei bambini?
Bisogna anzitutto tenere presente che le soglie di attenzione nei bambini sono molto differenti rispetto a quelle degli adulti.
Con la crescita, infatti, i lobi prefrontali, che regolano il controllo degli stimoli, la pianificazione e la gestione delle frustrazioni, per esempio, tendono a svilupparsi. Questo spiega perché molti bambini, ma anche alcuni adolescenti, facciano fatica nella loro crescita a concentrarsi sullo studio o su una specifica attività: stanno, in effetti, ancora sviluppando alcune competenze. Chiaramente lo sviluppo non è improvviso, ma graduale.
Come distinguere, allora, uno sviluppo normale con un eventuale problema o un disturbo dell’attenzione nei bambini?
Incapacità di star fermi, anche solo per qualche minuto, necessità di molto tempo per fare i compiti, e ancora bambini distratti, perennemente disattenti, “sulle nuvole”: in queste situazioni, bisogna anzitutto capire se si tratta di un vero e proprio disturbo della concentrazione oppure di un problema più lieve.
Scarsa memoria e concentrazione: le cause
Talvolta, infatti, le cause di problemi di concentrazione possono dipendere da una difficoltà emotiva, da una specifica difficoltà che il bambino incontra mentre cerca di concentrarsi ma anche, da ultimo, da un disturbo dell’apprendimento (DSA).
Vediamole insieme più nel dettaglio.
Difficoltà di concentrazione nei bambini e sfera emotiva
Le emozioni come ansia, tristezza o rabbia (tutt’altro che rare in questo ormai lungo periodo di pandemia e di didattica a distanza) possono interferire anche con la capacità di svolgere un determinato compito di un adulto, figurarsi quindi con la concentrazione di un bambino.
A bloccare e impedire la concentrazione nei bambini non è solamente l’ansia, ma anche il nervosismo, la tristezza o i sensi di colpa. Alla base, ci sono spesso delle situazioni stratificate e complesse, di cui un singolo stato d’animo è spia:
- una malattia di persone care o dell’animale domestico;
- un forte conflitto tra genitori;
- un senso di esclusione da parte di amici e compagni;
- un periodo di assenza di distrazione e tensioni, come la pandemia.
Le situazioni sociali che innescano queste emozioni sono tante, ma possono comunque arrivare a un unico effetto: occupare i pensieri e gli stati d’animo del bambino, deconcentrandolo dalle altre attività.
Difficoltà specifica dell’attenzione
A volte, però, la causa della mancata concentrazione nei bambini può essere determinata da un deficit di attenzione. Nello specifico, i lobi frontali cerebrali potrebbero risultare fragili e avere subìto delle lesioni. Come conseguenza, la debolezza di queste aree può determinare difficoltà nella concentrazione, nella pianificazione e nel controllare gli impulsi.
Mancanza di attenzione dovuta a disturbi dell’apprendimento
I disturbi dell’apprendimento comportano un’enorme difficoltà da parte del bambino per riuscire a concentrarsi e stare attento, così da poter portare a termine un compito. Visto che la difficoltà percepita è altissima, e lo sforzo mentale richiesto è davvero elevato, il bambino arriva a smettere di prestare attenzione, distraendosi.
Dipende poi se il bambino soffre di un DSA forte, in questo caso i problemi di concentrazione sono difficilmente gestibili, oppure se è soggetto a un disturbo dell’apprendimento di forma lieve, che consente quindi di mettere in atto delle strategie di compensazione.
In questi casi la difficoltà, dipendendo da un fattore secondario, come appunto un disturbo dell’apprendimento, è recuperabile lavorando sul disturbo. È però necessario arrivare a una diagnosi precisa e certa, grazie all’aiuto di un pediatra o di un neuropsichiatra infantile.
L’attenzione, infatti, è un compito reso possibile da molti fattori differenti, che vanno tenuti in considerazione quando si vuole aiutare un bambino con difficoltà di concentrazione.
Ma nel caso in cui non si tratti di un DSA o di una lesione cerebrale, come aumentare la concentrazione nei bambini?
Mancanza di attenzione nei bambini: cosa fare
I genitori di un bambino con difficoltà di concentrazione possono quindi chiedersi spesso cosa fare e come gestire i contesti di deconcentrazione blanda.
Cosa può aiutare il bambino:
- Ricevere gratificazione. Dopo qualche insuccesso
sportivo oppure scolastico può capitare che il bambino si senta demotivato. È
importante, in questi casi, che il bambino impari a non avere timore di
sbagliare di nuovo o che non perda interesse per cose che un tempo lo
appassionavano. É meglio evitare, quindi, di rimproverarlo bruscamente e
incoraggiarlo quando mostra incertezza e insicurezza, in modo che capisca che
non è grave sbagliare. - Dormire e riposarsi a
sufficienza. Dormire a sufficienza è fondamentale per riuscire a mantenere la
concentrazione. Un sano ristoro permette, infatti, di rielaborare le esperienze
quotidiane e le informazioni apprese. Un bambino dovrebbe poter dormire in un
ambiente accogliente, silenzioso e rilassante. Anche durante il giorno, poi, è
fondamentale che il bambino riesca a fare delle pause, in alternanza allo
studio o agli allenamenti. - Essere trattato con
pazienza. Castighi
e punizioni particolarmente aspri potrebbero sortire un effetto negativo. In
caso di distrazione o mancanza di concentrazione, è necessario approcciarsi in
maniera serena, accogliente e paziente; evitare, invece, di ripetere frasi
negative e accusatorie: sono controproducenti e lo faranno deconcentrare ancora
di più. - Essere in un ambiente
sereno. Infine,
per quanto ovvio, non ci si può aspettare che un bambino riesca a concentrarsi,
se l’ambiente in cui è inserito è caotico e rumoroso: persone che urlano,
televisione o altri apparecchi elettronici a tutto volume distolgono
comprensibilmente l’attenzione di tutti. Un ambiente silenzioso, invece, e
privo di continui rumori è di grande aiuto, specie se accompagnato da una luce
e una temperatura adeguata.
Esercizi per migliorare attenzione nei bambini
Per stimolare l’attenzione, all’inizio, si può chiedere al bambino di dedicarsi a qualcosa di semplice che richiede pochi minuti, come per esempio apparecchiare la tavola, sistemare qualche gioco o elencare i colori. Aumentare poi gradualmente il tempo, passando da tre, a cinque, a dieci minuti.
Le soluzioni più efficaci consistono però nel ricorrere a dei giochi per aumentare l’attenzione nei bambini perché, si sa, spesso si impara proprio giocando.
L’allenamento mentale, anche se molto semplice, può per esempio includere:
- Riempire o compilare schede grafiche con linee forme e cerchi da collegare
tra loro, per agevolare la concentrazione e l’agilità mentale. - Incollare, ritagliare, costruire, far combaciare oggetti e creare figure,
per stimolare la creatività. - Stimolare l’intelligenza verbale, chiedendo al bambino di raccontare la
propria giornata o di inventarsi una storia. - Giocare insieme a loro a memory, oppure far imparare a memoria una
filastrocca, una poesia o una breve storia. - Giocare a campana o saltare la corda, per aumentare la concentrazione e la
percezione corporea del proprio corpo.
E voi, quali strategie usate per stimolare l’attenzione e la concentrazione dei più piccoli?
Ultimo consiglio: nel caso si notino alcune difficoltà, è bene parlarne anche con insegnanti ed educatori, per un confronto chiaro e una visione completa della condizione.
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In collaborazione con pazienti.it
Fonti:
https://blogs.rch.org.au/drmargie/2015/10/21/why-cant-my-child-concentrate-at-school/
https://www.nhsggc.org.uk/kids/resources/ot-activityinformation-sheets/attention-and-concentration/
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